Il proliferare di cinghiali e di bovidi nelle regioni di frontiera accanto al Ticino, ha spinto la massima autorità dello stato sul territorio, il Prefetto di Varese Salvatore Pasquariello, ad organizzare un incontro come mai era stato fatto prima sul territorio, all'interno del cosiddetto Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.
Professionisti, dai biologi ai veterinari, dai dirigenti di Regione Lombardia per il settore della protezione dell'ambiente, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, passando per le associazioni di agricoltori, coltivatori, i cacciatori di un'area che raggruppa un milione di abitanti, le più alte rappresentanze militari e civili di carabinieri, polizia di Stato e guardia di finanza, con anche la presenza a Luino (Va) e in video collegamento di alcuni parlamentari. In collegamento video da Bellinzona c'era anche Tiziano Putelli, capo dell'Ufficio della caccia e della pesca ticinese.
I problemi sul tavolo sono diversi e complessi: la popolazione di questi ungulati è ormai a livelli incredibili, rappresentando un problema per gli utenti della strada, con animali in cerca di cibo anche nei paesi fuori dalle abitazioni. Non sono un minor problema cervi e caprioli che pure hanno una maggiore incidenza di incidenti contro automobili dove ad avere la peggio sono spesso questi animali. Vi è poi il problema sanitario inerente la peste suina che in Lombardia non c'è - sono 115 i chilometri di rete anti-cinghiali posati nella "zona rossa" tra Piemonte e Liguria dove si sono sviluppati focolai - ma i tecnici meneghini ed i responsabili di veterinaria temono per alcuni corridoi che potrebbero favorirne il passaggio, come quelli lungo il Ticino dal pavese. Dalla direzione generale del Welfare regionale, il dottor Marco Farioli ha riferito che se la malattia dovesse raggiungere la Lombardia, le conseguenze sarebbero devastanti anche dal punto di vista economico con una previsione di 60 milioni di euro di danni al mese. Il monitoraggio di boschi di varesotto e comasco sono un aspetto non secondario anche per il Ticino.
I numeri degli incidenti, quelli degli animali feriti e morti
Come detto, anche i numeri direttamente riferiti alla salute ed incolumità pubblica sono importanti: polizia e carabinieri hanno verbalizzato nell'ultimo periodo e solo nella provincia di Varese, circa 300 incidenti complessivi. Nessuno con gravissime conseguenze per gli occupanti dei veicoli, spesso invece con il ferimento mortale degli animali, senza contare poi l'iter per gli indennizzi regionali utili a rimettere su strada le auto.
Il direttore del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria Ats Insubria ha illustrato il servizio messo in campo con veterinari dedicati per recuperare e, ove possibile, salvare queste bestie. Nel 2021 sono stati eseguiti solo nella provincia di Varese 258 interventi di recupero. Ben 109 animali sono stati feriti in scontri, di questi 46 sono morti a seguito dell'incidente. Caprioli e volpi, in cima alla lista, mentre i cinghiali recuperati sono 35. Nel 2022, fino ad ora, gli animali feriti a seguito di incidenti sono 122. La maggiore area di intervento è quella a nord del varesotto, in territori che confinano con il Ticino e lo stesso responsabile ticinese presente ha riferito che molte situazioni esposte sono replicabili anche sul territorio cantonale.
I numeri degli incidenti su strada
Agricoltori e cacciatori contestano la legge italiana 157 del 1992, quella che regola la protezione degli animali e norma la caccia. Viene ritenuta antiquata e i parlamentari presenti si sono detti disponibili a portare queste istanze a Roma perché vi è qui, in queste aree più che in altre italiane, una impressionante concentrazione di questi animali. Inverni miti, hanno riferito i carabinieri forestali, favoriscono passaggi e riproduzione, senza contare che non esistono concentrazioni di predatori come i lupi alle latitudini italiane monitorate. Campi e colture in questi giorni sono devastati: basta raggiungere la Valganna via Ponte Tresa o il luinese per rendersi conto di cosa stia avvenendo.
Qualcuno ha ricordato anche dei paradossi, come la possibilità durante periodi pandemici di sparare al piattello perché considerato sport ma non poter andare a caccia per molto tempo.
Una proposta di cooperazione per la Svizzera
A margine dell'incontro, il responsabile del dipartimento veterinario ha annunciato (vedi video) la volontà delle autorità italiane di unire le forze. Questo sviluppando progetti che proprio in questi giorni Regione Lombardia sta approntando sul tema "ambiente, animali,uomo", sulla dipendenza estrema che c'è tra il benessere umano e quello ambientale ed animale.
Ambiente, animali, uomo: unire le forze
RSI Info 13.10.2022, 13:41
Nessuna decisione è scaturita dall'incontro di martedì a Luino, ma questo era inevitabile: il tema è complesso, dipende da più enti ma la Prefettura con Comunità Montana ha posto un primo paletto di questo percorso che è la conoscenza di tutti i temi e gli attori in campo. La volontà degli italiani di capire cosa avviene in Svizzera è importante, se ci sono buone pratiche da riprendere e far conoscere o cominciare collaborazioni fattive sul confine. Anche per questo tutti vogliono un secondo incontro a breve.
La strategia ticinese contro la peste suina
Il Quotidiano 07.07.2022, 21:00
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Bilancio positivo per la caccia
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Dal Notiziario delle 05.00 del 13.10.22 - Una natura decimata
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