La difesa dell'Ente ospedaliero cantonale, a processo martedì mattina in pretura penale per il caso del contagio da epatite C al Civico di Lugano, non ha perso tempo. In apertura di procedimento, i legali hanno infatti esposto alcune questioni pregiudiziali, che hanno messo in dubbio la procedura adottata. Osservazioni che hanno indotto il giudice a ritirarsi in Camera di consiglio per decidere.
Secondo l’avvocato Mario Molo, difensore dell’EOC, sarebbe stato violato il principio secondo cui “l’atto d’accusa non può essere modificato, salvo eccezioni”. Il nuovo testo, più preciso, ipotizza infatti che il contagio di quattro pazienti sia avvenuto per negligenza nei controlli, violando sia la norma di qualità ISO, sia la legge sanitaria.
Il caso risale al dicembre del 2013 e in primo grado l'EOC era stato condannato a una multa di 60'000 franchi. Aveva ricorso e ottenuto ragione dalla Corte di appello, che aveva ravvisato alcune lacune nel lavoro svolto dal Ministero pubblico.
Il contagio, come noto, ha interessato pazienti infettati durante la preparazione per una TAC. L’inchiesta avviata, però, non è riuscita a identificare il responsabile e così l'ente pubblico è stato chiamato alla sbarra per negligenza e carenze organizzative. La vicenda è giunta in pretura penale tre anni dopo, pochi mesi prima della prescrizione.
RG 08.00 del 09.07.2019: il servizio di Pervin Kavakcioglu
RSI Info 09.07.2019, 10:00
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