Il caso di contagio da epatite C al Civico di Lugano, avvenuto nel dicembre del 2013, torna oggi, martedì, in Aula penale. In primo grado l'Ente ospedaliero cantonale era stato condannato a una multa di 60'000 franchi. Aveva ricorso e ottenuto ragione dalla Corte di appello che aveva ravvisato delle lacune nel lavoro svolto dal Ministero pubblico. Si ricomincia quindi da capo.
All'Ospedale Civico di Lugano, ricordiamo, tre pazienti durante la preparazione per una TAC vengono infettati con il virus dell'epatite C. Si apre un'inchiesta che però non trova il responsabile dell'errata manipolazione. E così l'EOC viene chiamato alla sbarra in quanto impresa per negligenza e carenze organizzative. La vicenda arriva in pretura penale tre anni dopo, pochi mesi prima della prescrizione.
In aula a rappresentare l'ente, il direttore Giorgio Pellanda. L'EOC sul piano civile si è assunto le sue responsabilità, mentre i quattro pazienti sono tutti guariti. Il giudice Siro Quadri aveva condannato l'Ente per lesioni colpose gravi con una multa di 60'000 franchi. Immediato il ricorso della difesa alla Corte d'appello che lo accetta due anni fa. Il processo viene fissato ma poi annullato poiché la Corte ha deciso di rimandare l'incarto al pretore che a sua volta lo invia al Ministero pubblico per completarlo in modo che sia conforme ai dettami del codice di procedura penale.
CSI/PK/Swing