"Con l'arresto di Salah Abdeslam si credeva che avessero preso il cattivo e che la storia fosse finita", questa era la speranza di Stefano* (il nome è noto alla redazione), ticinese che abita a Bruxelles, rintracciato dalla RSI per commentare i due attentati che nella mattinata di martedì hanno colpito la capitale belga. "La situazione non era tranquilla: c'era il livello di allerta 3, i militari erano nelle strade, si diceva che un attacco era probabile e imminente", ha inoltre affermato.
"Il mio coinquilino aveva preso la metropolitana dieci minuti prima dell'attentato e chiaramente, come tutti, è sotto shock", ha commentato Gustavo Iacomelli, che da anni vive a Bruxelles e che lavora a progetto per la Commissione europea, dove l'allerta è arancione e quindi non si può uscire.
"Ho visto tutti i lavoratori che rientravano dagli uffici e tornavano a casa", ha dichiarato Arno Ferrera, acrobata ticinese residente in Belgio. "Erano tutti molto tesi e silenziosi ed è stato molto strano, perché di solito non vedo mai persone tornare a casa di mattina. Era decisamente surreale", ha continuato.
CSI/ads