Il Gran Consiglio ha bocciato di un soffio giovedì pomeriggio l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI) sul caso che riguarda l’ex funzionario del Dipartimento Sanità e Socialità condannato un anno e mezzo fa per coazione sessuale. Il plenum ha detto no con 38 voti contrari, 37 favorevoli, 8 astenuti e 6 voti non espressi.
Ad opporsi all’istituzione della commissione d’inchiesta è stato in particolare il PLR, che già non aveva firmato il rapporto commissionale. Natalia Ferrara ha in particolare sottolineato come in un caso simile non serve a nulla “un giustizialismo che rischia di essere sommario, lasciamo che i processi restino nelle aule di tribunale”.
Tutti gli altri partiti avevano approvato il rapporto di maggioranza, ma, dopo il dibattito, sono stati diversi i deputati, in particolare di PS e Verdi ma non solo, che hanno dichiarato di avere cambiato idea proprio per il tono delle discussioni che non dava le giuste garanzie per affrontare un tema così sensibile.
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