Ticino e Grigioni

Falsi poliziotti provano a svuotare il conto

Una voce telefonica registrata cerca di ottenere con un trucco i dati bancari o di identità - Il portavoce della polizia cantonale: “Siate vigili, non usiamo questi metodi di contatto”

  • Oggi, 19:31
  • Un'ora fa
04:16

SEIDISERA del 19.01.2025: Il servizio di Marcello Ierace sulle truffe telefoniche

RSI Info 19.01.2025, 18:00

  • © Ti-Press / Benedetto Galli
Di: SEIDISERA/sdr 

Crescono in maniera importante in Ticino i tentativi di truffe telefoniche da parte di sedicenti agenti di polizia. Il telefono squilla con un prefisso svizzero, quindi si è più propensi a rispondere. Inizialmente si sente una registrazione dove viene comunicato che agenti della polizia svizzera, Interpol, Europol - si identificano in questo modo - ritengono i dati della persona che riceve la chiamata non più sicuri. Ci si riferisce di solito ai dati bancari, carte di credito, documenti di identità.

Le modalità operative dei criminali

Il portavoce della polizia cantonale, Renato Pizolli, spiega ai microfoni della RSI cosa avviene subito dopo. “Qui si passa alla vera truffa. Prima verrà chiesto di premere il tasto uno, spiega, dopodiché si entra in contatto veramente coi truffatori. Normalmente parlano in inglese, come anche nella registrazione. Verrà ribadita la questione di dati non sicuri e comincerà a fare delle domande per installare un programma sul cellulare chiaramente con lo scopo di aiutare e chiederà di accedere all’e-banking. In quel momento i soldi o il conto diventano a forte rischio”.

I numeri “in chiaro” del fenomeno

Fortunatamente non vi sono ancora state vittime di questo raggiro, o meglio, la polizia ticinese non ne ha registrate. Questo non per forza significa che nessuno sia stato davvero truffato, può essere accaduto ma non è stato denunciato. Ciò che si sa è che il fenomeno è in netta crescita. Si tratta di un genere di truffa che ha conosciuto un picco nel 2024, ha riferito a SEIDISERA lo stesso portavoce della polizia. “Non abbiamo registrato delle truffe andate a buon fine per gli autori, ha argomentato, ma possiamo stimare settimanalmente almeno 15 tentativi di truffa per quello di cui siamo a conoscenza. Quindi parliamo di circa 800 segnalazioni durante tutto l’anno, ed evidentemente è una piccola parte di quelli che in realtà hanno ricevuto delle telefonate di questo tipo o hanno sentito questo genere di segreteria telefonica”.

I possibili bersagli e i modi per difendersi

Rispetto alle cosiddette telefonate shock in cui vengono presi di mira soprattutto gli anziani, qui non si fa selezione a monte: tutti sono possibili bersagli e potenziali vittime. Sono dei generi di truffe che avvengono in maniera inizialmente automatizzata e quindi con scarso impatto sull’impegno degli autori e secondariamente si basano sulla quantità. “Fanno soprattutto leva sulla fiducia nel quale la vittima ripone nelle autorità, riprende Pizolli, nel senso che se la vittima crede di parlare con un’autorità di polizia e di questa si fida, in quel momento dà accesso a dei dati che a qualsiasi altra persona non darebbe”.

Il responsabile della comunicazione della polizia cantonale ticinese ribadisce dapprima che la polizia non comunica in questo modo, quindi non vi sono tasti da digitare che potrebbero invece aprire un varco per i malviventi. Il consiglio è quello di prestare attenzione, rimanere vigili e segnalare alla polizia il numero apparso sul telefono.          

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