Dopo i due tentativi falliti per errori e mancanze della Procura retica, l'inchiesta sulla frana di Bondo può finalmente essere portata a termine. Il Ministero pubblico ha infatti incaricato un nuovo perito di far luce sulla tragedia del 2017 costata la vita a otto escursionisti.
Nuovo perito sulla cui imparzialità non vengono sollevati dubbi, al contrario dei precedenti due scelti dalla Procura grigionese. Esperti, questi ultimi, ritenuti inadatti dai tribunali a causa dei loro rapporti di lavoro con il cantone - compresi alcuni funzionari dell'Ufficio foreste e pericoli naturali ai quali potrebbero essere contestate responsabilità per quanto accaduto nell'agosto di 6 anni fa.
Il perito incaricato con decisione del 19 aprile scorso è invece attivo professionalmente nel canton Vaud e non risulta avere legami con le autorità retiche. Sulla sua equidistanza non ci sono riserve nemmeno tra i parenti degli escursionisti: 8 persone di nazionalità svizzera, austriaca e tedesca travolte dalla frana stattacatasi dal pizzo Cengalo.
I familiari delle vittime avrebbero preferito la nomina di un perito straniero, spiega il loro avvocato Reto Nigg, ma quello indicato dalla Procura stavolta è stato accettatto. E questo nella convinzione che sia sufficientemente indipendente.
Ulteriori ricorsi degli accusatori privati contro la decisione del Ministero pubblico sono quindi esclusi. Il perito incaricato la settimana scorsa dovrà consegnare il proprio rapporto nella seconda metà di luglio. All'esperto vodese toccherà stabilire se e in quale misura la frana fosse prevedibile e se di conseguenza in Val Bondasca si sarebbero dovute chiudere strade e sentieri. Qualora venissero individuati dei responsabili, questi sarebbero con ogni probabilità chiamati a rispondere all'accusa di omicidio colposo.
5 anni dalla tragedia di Bondo
Telegiornale 22.08.2022, 20:00