A Bondo prendono forma le opere del cantiere che permetterà di ricostruire l'area distrutta, il 23 agosto 2017, dalla frana del Pizzo Cengalo e di mettere in sicurezza la zona in caso di nuovi smottamenti. Il Comune deve però fare i conti con una nuova sfida: l'aumento della spesa.
"I costi sono significativamente più alti. E vediamo che alla fine si arriverà oltre i cinquanta milioni di franchi" conferma alla RSI Ueli Weber, vicesindaco del Comune di Bregaglia. All'inizio del 2021, all'approvazione del progetto di ricostruzione da parte dei cittadini, era previsto un investimento di 42 milioni di franchi. I prezzi sono nel frattempo esplosi a causa della pandemia e della guerra in Ucraina, che hanno provocato la carenza di materiali.
E non solo. La situazione è anche dovuta al fatto che nei Grigioni, come spiega ancora Weber, mancano al momento sufficienti mezzi di costruzione nel settore edile. Il Comune parla dunque di una concorrenza limitata che avrebbe a sua volta causato rincari. Difficoltà, queste, che pesano anche al di fuori dei confini della Bregaglia. "Lo osserviamo anche su altri cantieri" dice infatti Carmelia Maissen, direttrice del Dipartimento grigionese delle infrastrutture.
Due anni per la ricostruzione
A Bondo comunque la realizzazione del progetto prosegue. Al momento il Pizzo Cengalo sembra stabile, ma in caso di nuovi smottamenti non ci si può far trovare impreparati. Il progetto prevede la realizzazione di tre ponti, di tratti di strada, degli argini di Bondasca e Maira e la riconfigurazione dell’abitato e dei nuclei circostanti.
Per tutte queste opere il Comune aveva previsto uno stanziamento di dodici milioni di franchi, ma si salirà a quindici. "Gran parte può essere coperto dalle donazioni ricevute dopo la frana, ma il Comune dovrà comunque pagare una somma più elevata" osserva ancora Weber. I contributi di Cantone e Confederazione saranno definiti nei prossimi mesi. E l’obiettivo è di chiudere i cantieri e di ritornare alla vita normale nel giro di due anni.