La firma dell'accordo bilaterale sull'imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri slitta, come minimo, all'anno prossimo. L'incontro svoltosi a Roma martedì tra il Consiglio sindacale italo-svizzero e i rappresentanti del Governo Gentiloni non ha sortito gli effetti sperati da chi si sta preoccupando del futuro dei frontalieri.
"Quando si parla di elezioni è chiaro che si parla di voti – ha dichiarato Sergio Aureli di UNIA sulle pagine del Corriere del Ticino –. Andare a firmare qualcosa adesso sarebbe come fare harakiri". Il rappresentante sindacale ha poi respinto le critiche di chi sostiene che il sindacato si è manifestato a giochi fatti: "Stiamo cercando di intervenire su una decisione politica tra due Stati nell'interesse dei lavorati".
Il dumping salariale, inoltre, non si risolverà attraverso un accordo fiscale: "il lavoratore è l'anello debole, non è lui che decide di prendere meno ma è il datore di lavoro furbo che sfrutta il suo stato di necessità".
MABO