L'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha ordinato alle autorità svizzere di sospendere la procedura di allontanamento della famiglia Gemmo, rifugiati siriani, protagonista un anno fa di un importante movimento di solidarietà in Ticino.
Mamma, papà e i cinque figli erano arrivati in Svizzera nel 2015. La famiglia curdo-siriana di origine yazida era fuggita dalla guerra passando dalla Grecia, dov'era stata registrata. Da qui la decisione della Segreteria di Stato della migrazione (SEM) di rimandarla indietro. Dopo una raccolta firme il Consiglio di Stato si era attivato, perorando la causa dei Gemmo con una lettera a Berna. Si voleva evitare in particolare di separare la famiglia, perché a rischiare maggiormente erano i due figli più grandi, entrambi maggiorenni.
Hassan Gemmo e i liceali ticinesi che si sono battuti per la sua permanenza in Ticino
A fine marzo la decisione del Tribunale amministrativo federale (TAF): espulsione confermata
Il TAF aveva stabilito in via definitiva il rinvio forzato in Grecia di tutta la famiglia e questo nonostante la fragilità psicologica del padre e dei due figli più piccoli, tutti in cura. "Pur ammettendo che le condizioni di vita dei rifugiati in Grecia sono precarie - si legge nel comunicato di Amnesty International Lugano trasmesso lunedì - il Tribunale raccomanda alla famiglia Gemmo di far valere i propri diritti, chiedendo aiuto alle autorità elleniche oppure rivolgendosi ad associazioni caritatevoli locali".
11 giugno 2018, la svolta: L'ONU sospende l'espulsione
Denise Graf, esperta in diritto d'asilo per Amnesty International Svizzera, assieme ai legali della famiglia ha accompagnato i Gemmo nel loro ricorso all'Alto commissariato dellle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo. È la prima volta in Svizzera - ha spiegato Graf ai microfoni della RSI - che in materia d'asilo ci si rivolge all'ONU e non alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo: "Abbiamo scelto questa via perché l'iter procedurale è più breve e perché ci siamo appellati ai diritti del fanciullo per ciò che concerne la fragile situazione psicologica dei figli minori". L'ONU al momento ha deciso di sospendere la procedura di espulsione, chiedendo alla SEM (che ha precisato di non voler rilasciare informazioni su casi specifici) di rispondere al rimprovero di violazione della Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo. Ma quando la decisione definitiva dell'ONU arriverà, sarà vincolante per la Svizzera? "Sì sarà vincolante - dice Graf, precisando che ora - Berna ha 6 mesi di tempo per pronunciarsi e anche la famiglia avrà tempo di rispondere". Quando l'incarto sarà completo l'ONU prenderà una decisione definitiva.
Altre informazioni nell'edizione delle Cronache della Svizzera italiana alle 18.00 e in quella del Quotidiano alle 19.00
CSI/Quot/CaL
Notizia citata nel notiziario delle 17.00 di ReteUno