Un soggetto delicato, difficile da presentare con cifre che possono apparire crude o solo parziali, ma che sono sempre importanti per tematizzarlo. Il tema del suicidio allarma sempre più gli esperti e nella fattispecie chi si occupa di giovani. Come ormai noto, la pandemia non ha aiutato in questo ambito e la salute mentale di una certa fascia d'età ne ha sofferto più di altri. L'anno scorso alcune cliniche psichiatriche a Berna, Zurigo ma anche in Ticino, hanno registrato un aumento dei casi di tentato suicidio tra i giovanissimi.
Inglobando tutte le fasce d'età, in Ticino ogni anno almeno 30 persone si tolgono la vita: nel 2021 sono state 35. In Svizzera 2 o 3 persone ogni giorno commettono questo gesto estremo, mentre i tentativi sono quasi 10'000 ogni anno. Le cifre, presentate nel rapporto annuale del Piano d'azione svizzero di prevenzione al suicidio, sono abbastanza alte se comparate a livello internazionale e va detto che lo erano anche prima della pandemia.
Tante cause e casi in aumento
Tornando ai giovani, si sa inoltre che, tra gli 11 e i 19 anni, questo gesto è la seconda causa di morte, dopo gli incidenti. "Questi fenomeni non si presentano dalla sera alla mattina - spiega Ilario Lodi, direttore di Pro Juventute della Svizzera italiana - Le cause sono molte, legate alle aspettative nei loro confronti, legate al mondo del lavoro e della formazione o dei loro compagni".
Sara Fumagalli, direttrice sanitaria della Clinica Santa Croce di Orselina, constata nei ragazzi in difficoltà la fatica a far fronte a situazioni di sovraccarico emotivo. Vergogna, mancanza di autostima e solitudine sono un mix che possono portare anche all'autolesionismo: "Noi lo deprechiamo come gesto estremo, ma il ragazzo lo vive come un sollievo, una fuga". Fondamentale per i giovani sarebbe sempre la presenza di un adulto col quale potersi esprimere e farsi capire. Nella frenetica società odierna però, l'emotività "è tagliata fuori, si pensa sempre a produttività ed efficienza" denuncia Fumagalli.
Proprio nella clinica locarnese, nel 2021 c'è stato un aumento del 20% di giovani ricoverati e a preoccupare è stata soprattutto la fascia tra i 14 e i 20 anni. Anche Pro Juventute ha notato un aumento del 40% delle consulenze su questo tema. Tuttavia, per Ilario Lodi "la gioventù svizzera non sta male, non bisogna pensare che questi casi siano la maggioranza, ma è vero che ora, rispetto a pochi anni fa, ci sono più giovani in difficoltà".
In caso di necessità, ecco a chi chiedere aiuto: 143 Telefono Amico; 147 Consulenza Pro Juventute.