Le gite scolastiche vanno mantenute così come sono, grazie a un maggior sforzo finanziario dello Stato: è questa la proposta che il Dipartimento della cultura dell'educazione e dello sport del canton Ticino ha messo sul tavolo del Governo, dopo la sentenza del Tribunale Federale sulla gratuità delle uscite di studio e delle settimane bianche e verdi.
In altri cantoni si è scelto di chiamare alla cassa maggiormente i genitori, trasformando queste attività da obbligatorie a facoltative, ma l'opzione è stata scartata dal direttore del DECS Manuele Bertoli, per il quale "la scuola non è un Club Méditerranée". La famiglia può scegliere durante le vacanze se mandare il figlio in colonia, ma se il Cantone investe in un'attività che ritiene pedagogicamente utile, allora è giusto che tutti possano partecipare.
Vanno fissati quindi dei massimi per la partecipazione finanziaria dei genitori, che i giudici di Losanna valutano in 80 franchi a settimana. Il resto dovrebbero mettercelo le casse pubbliche: per le medie servirebbe un milione di franchi in più all'anno, mentre per le elementari decisiva è la volontà dei comuni.
Quanto stabilito da Mon Repos ha un impatto anche sulla refezione -si va verso la generalizzazione del tetto di 5 franchi per ogni pasto alla scuola dell'infanzia- e sui trasporti. Per questi ultimi, un contributo potrà essere chiesto a chi riceve un abbonamento arcobaleno, utilizzabile anche nel tempo libero, non invece a chi usa bus speciali.
CSI/pon
CSI 18.00 del 17.04.2018 Il servizio di Giorgia Roggiani