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Gli Etruschi: il mistero di una civiltà  

Grazie a una fitta rete di scambi, conquistarono ricchezza e potere nell’area mediterranea. Ma la loro eredità artistica passa anche dal Ticino

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Gli Etruschi, una misteriosa civiltà del mediterraneo

Il giardino di Albert 18.01.2025, 16:55

  • ©Galaxie-Inrap
Di: red. Giardino di Albert/Alice Savoldelli  

Se di culture come quella romana o greca sono giunte a noi molte informazioni, i misteri che circondano la storia del popolo etrusco sono ancora molti, a partire dalla loro lingua, tuttora non completamente decifrabile. Ma grazie alle scoperte archeologiche, i tasselli che si aggiungono a quello che già si conosce, sono sempre di più. Nel corso dei decenni, infatti, il quadro di notizie su questo popolo è diventato sempre più nitido, permettendoci di osservare le vestigia di una cultura molto evoluta.

Chi erano gli etruschi?

Questa domanda fa già emergere una questione ancora oggi irrisolta, quella sulle origini di questo popolo. Infatti, se alcuni studiosi sostengono l’autoctonia italiana degli Etruschi, secondo altri sarebbero discesi da Nord. Sebbene non ci siano certezze riguardo le loro origini, le tracce archeologiche rendono certa la loro presenza sulla penisola italica a partire dal IX secolo a.C. Una presenza che, però, dal V secolo comincia a vacillare: il loro declino culmina nel I secolo a.C., quando vengono assorbiti dai romani. Nonostante ciò, gli Etruschi lasciano dei segni tangibili nella cultura dei conquistatori, in particolare negli elementi architettonici, come la scalinata d’accesso ai templi, che i romani riprendono.

Ricostruzione Marzabotto

Una ricostruzione della città etrusca di Marzabotto, in Italia

  • Giardino di Albert

L’area principale abitata da questa civiltà è quella dell’Etruria Centrale, tra la Toscana, il Lazio e l’Umbria. È in questa zona che si concentrano le dodici città più importanti: ogni anno i rappresentanti di queste città partecipavano ad un’assemblea che si teneva nel santuario federale di Fanum Voltumnae, collocabile probabilmente nel sito di Campo della Fiera, presso Orvieto, l’antica Velzna etrusca. A questa vasta area si aggiungono quella dell’Etruria padana, attorno a Bologna, e quella dell’Etruria campana.

Etruria

Una mappa del territorio dell'Etruria e la sua evoluzione nel tempo

Una civiltà con una fitta rete di scambi

Gli Etruschi hanno abitato un’area molto fertile e ne hanno tratto grandi vantaggi producendo vino, olive e cereali. Grazie alla presenza di città portuali, come ad esempio Populonia e Tarquinia, hanno sviluppato una rete commerciale importante nel Mediterraneo, arrivando ad esempio a fornire il grano a Roma durante le carestie del IV secolo a. C. Ma, oltre alla coltivazione agricola, alcune città hanno commerciato anche minerali: gli abitanti di Populonia, ad esempio, estraevano l’ematite dall’isola d’Elba e, una volta trasformatala in lingotti, la esportavano in tutto il Mediterraneo.

La rete di contatti degli etruschi era talmente ampia che anche in Ticino e in Svizzera ne sono state trovate tracce. Ad esempio, ad Arbedo nel 1946 è stato rinvenuto un ripostiglio di bronzo in cui erano presenti anche frammenti di oggetti etruschi. Sembra, infatti, che i Leponti, popolo che abitava parte del nostro territorio, fossero in contatto con gli Etruschi, permettendo loro di avere scambi con popoli ancora più a Nord, come i Celti. Un più recente ritrovamento si data al 2022, dove, durante gli scavi nella necropoli di Giubiasco, sono state trovate cinque tombe la cui struttura rimanda al tumulo etrusco, una sepoltura a forma di cupola.

Grazie a questa fitta rete di scambi, viene così a formarsi rapidamente un’aristocrazia molto ricca, documentata soprattutto dalle necropoli che sono giunte fino a noi. Tra i vari ritrovamenti, vi sono i tumuli apparsi alla fine del VII a. C.: l’interno di queste sepolture riproduceva l’architettura delle case etrusche. Ma nel corso dei secoli troviamo anche tombe con affreschi sontuosi, impregnati di una simbologia dell’aldilà, come le immagini dei banchetti, in cui i defunti sembrano partecipare alla vita ultraterrena, o le scene di caccia e pesca. Le salme delle persone di alto rango erano spesso accompagnate da corredi lussuosi, come armi, gioielli e oggetti rituali – tra cui vasi da banchetto e vasi unguentari – che simboleggiavano il loro potere. Talvolta gli oggetti provenivano da luoghi lontanissimi, a testimoniare l’importanza che il commercio aveva nella ricchezza di questa civiltà.

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Tomba della Caccia e della Pesca

Giardino di Albert 18.01.2025, 18:00

La forza delle donne etrusche

In un’antichità in cui le donne nella società rivestivano poca importanza, come tra i Romani e i Greci, tra gli Etruschi la componente femminile era vista in modo positivo. Innanzitutto, le etrusche godevano di maggiore libertà nella vita sociale. Il Sarcofago degli sposi, ora conservato al Museo Nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma, ci documenta la partecipazione delle mogli ai simposi, i banchetti rituali dell’aristocrazia. Questa maggiore considerazione era dovuta anche all’importanza delle divinità femminili all’interno della religione.

Sarcofago degli sposi

Un estratto dal documentario del Giardino di Albert. Sullo sfondo, il sarcofago degli sposi (530-520 a.C.) ritrovato in una tomba di Cerveteri, nella necropoli della Banditaccia. Ora è conservato al Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma. Marito e moglie sono semidistesi su di una kline, il letto usato nei banchetti cerimoniali, a testimonianza della presenza delle donne a momenti di vita pubblica

Sono molte altre le testimonianze di questa maggiore considerazione femminile, prime fra tutte alcune tombe ricchissime, in cui la defunta principale è una donna. Ad esempio, in una tomba di Cerveteri, la nicchia principale apparteneva a Larthia, un’aristocratica seppellita con moltissimi gioielli preziosi. O ancora, nella Tomba dell’Orco a Tarquinia si trova il ritratto di Velia Spurinna, una bellissima donna di alto rango. Inoltre, grazie al ritrovamento di alcuni reperti, talvolta firmati dagli artigiani, che riportano iscrizioni testimonianti l’appartenenza a persone di sesso femminile, si è ipotizzato che spesso le donne si occupassero di lettere e arti.

Velia Spurinna

Velia Spurinna nella Tomba dell’Orco a Tarquinia. Il ritratto è soprannominato “la Gioconda etrusca” ed è considerato uno dei capolavori dell’arte etrusca.

Una delle scoperte più importanti degli ultimi anni riguarda proprio la sepoltura di una donna molto ricca, accompagnata da un sontuoso corredo. Il ritrovamento è stato fatto nel 2019 in Corsica, ad Aleria, dove già precedentemente erano state trovate sepolture etrusche datate tra il 500 e il 250 a.C, a testimoniare la loro presenza anche in questa zona. Se volete scoprire di più su questo recente scavo, ma anche su questo popolo ancora circondato da un’aura di mistero, Il Giardino di Albert ce ne parla nel documentario “Gli Etruschi, una misteriosa civiltà del Mediterraneo”.

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