La crisi in Medio Oriente seguita alla decisione di Donald Trump di considerare Gerusalemme capitale d’Israele è stata al centro di una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a New York durante la quale gli ambasciatori di cinque nazioni europee (Francia, Italia, Germania, Gran Bretagna, Svezia) hanno letto una dichiarazione comune con cui si evidenzia "disaccordo" con la decisione dell'inquilino della Casa Bianca.
Gli europei ritengono che la decisione "non è in linea con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e non è di aiuto alla prospettiva per la pace nella regione", senza contare che "Gerusalemme dovrebbe essere la capitale dei due Stati, e fino ad allora non riconosceremo nessuna sovranità". Nella stessa sede l'ambasciatore palestinese all'ONU Riyad Mansour ha dichiarato che Gerusalemme è "una linea rossa" per i palestinesi. Mansour ha quindi chiesto al Consiglio di condannare la scelta di Trump, che squalifica gli Stati Uniti nel ruolo di mediatori per la pace.
Una bimba palestinese ferita nei bombardamenti israeliani arriva all'ospedale di Gaza
A Gaza in queste ore la situazione continua a essere estremamente tesa. Gli scontri che venerdì hanno causato il primo morto dall’inizio dei disordini sono continuati anche a tarda sera e il bilancio parla finora di due morti e 767 persone ferite da proiettili di gomma o armi da fuoco o intossicati dai lacrimogeni. E a tarda sera Israele ha attaccato con colpi di cannone e aerei il nord della Striscia dopo il lancio di razzi da Gaza verso il territorio dello Stato ebraico, uccidendo una seconda persona. Uno dei bombardamenti ha tra l'altro centrato una base del braccio armato di Hamas, Ezeddin al-Qassam, presso il campo profughi a Jabalya. I palestinesi hanno risposto lanciando un razzo sulla città israeliana di Sderot, che ha colpito un'auto in un posteggio.
ATS/Reuters/AFP/EnCa