Si dichiara "innocente" il 23enne a processo da questa mattina alle assise criminali per la morte, due anni fa di un 44enne del Mendrisiotto all’entrata discoteca Rotonda di Gordola; il giovane è accusato di omicidio intenzionale per dolo eventuale, per aver sferrato un pugno al collo della vittima provocandogli un’emorragia cerebrale.
Anche questa mattina, insomma, il giovane ha negato. Ha negato di aver alzato le mani, quella sera, contro un cliente e un buttafuori all’interno della Rotonda. Era uscito come molte altre volte, ha detto sin dall’inizio, "per divertirsi". Ha continuato a negare anche di aver toccato Fabrizio, il 44enne del Mendrisiotto morto all’uscita del locale per un’emorragia cerebrale a seguito di un colpo sferrato, secondo l’accusa, proprio dal giovane. E questo nonostante ci siano più testimoni che dicono il contrario.
La voce rotta dal pianto, il 23enne ci ha messo un po’ prima di riuscire a rispondere alle domande del presidente della corte, il giudice Amos Pagnamenta che l’ha incalzato a più riprese. Perché sono tante le versioni fornite dall’imputato in fase di inchiesta. "Perché", gli ha chiesto il giudice?
"Perché quando mi hanno interrogato ero sotto shock", ha risposto, anche quando gli ha ricordato che era la sua ultima occasione per dire la verità.
Il giovane è fermo sulle sue posizioni: quella sera non ha colpito nessuno con un pugno. È vero, avevo bevuto ed ero drogato – ha dichiarato in aula – ma "ho sempre detto la verità, sono innocente".
L’avvocato difensore, Yasar Ravi, ha già preannunciato che chiederà che il suo cliente venga prosciolto. Poco prima di mezzogiorno il procuratore pubblico Arturo Garzoni ha invece dichiarato che chiederà per l’imputato una pena superiore ai 10 anni.
Francesca Calcagno/redMM
Morte a Gordola: processo al via a Lugano
Processo omicidio Gordola
Il Quotidiano 13.05.2019, 21:00