Gran Consiglio diviso sull'alloggio

Il dossier dell'alloggio ha tenuto banco nei lavori di oggi, lunedì, del Gran Consiglio ticinese. All'esame dell'aula alcune mozioni espresse dal PS e dal Partito comunista che proponevano, in buona sostanza, provvedimenti volti ad abbassare lo sfitto (che nel cantone concerne ormai il 3% delle abitazioni) e ad aumentare gli alloggi a pigione moderata.

Sul tema l'area di sinistra ha denunciato un certo lassismo. "Questa politica dell'alloggio è stata totalmente derubricata da questo Parlamento. In concomitanza col fatto che sono anche cessati i sussidi federali", ha dichiarato il socialista Raoul Ghisletta, sostenendo che "c'era una politica federale dell'alloggio che è stata gradatamente smantellata".

Per la maggioranza è invece opportuno attendere i riscontri del centro cantonale di competenza istituito in collaborazione con la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana. "Improvvisare delle soluzioni adesso è chiaramente difficile. Perché è assolutamente naturale che occorra aspettare le risultanze di questo studio di cui è stato dato mandato alla SUPSI", ha dichiarato il liberale-radicale Giorgio Galusero.

A prevalere è stata alla fine quest'ultima posizione. Quanto al Governo, Raffaele De Rosa sul finire del dibattito ha chiesto cautela. Una cautela motivata, secondo il responsabile del Dipartimento sanità e socialità (DSS) da tre fattori: l'evoluzione demografica nel cantone, l'esigenza di monitorare la situazione degli sfitti e il fatto che sul mercato stanno arrivando diverse promozioni immobiliari. È quindi importante mostrare prudenza e sapere che già attualmente attori pubblici e privati, come pure "un mix fra pubblico e privato", si stanno adoperando "per promuovere abitazioni a pigione moderata. Già oggi questo è possibile, anche cogliendo l'opportunità di tassi d'interesse molto bassi", ha spiegato alla RSI il consigliere di Stato.