La neve è stata la grande assente dell’inverno che volge al termine ma ciononostante i grandi comprensori svizzeri sono soddisfatti della stagione sciistica, mentre quelli piccoli sono in crisi. Lo riferisce l’agenzia Keystone-ATS, sulla base di un sondaggio in diverse località turistiche delle regioni di Berna, Grigioni, Vaud, Vallese e Svizzera centrale.
Sorridono le “maxi” stazioni Grigionesi (St. Moritz da record)
Il periodo più intenso per i gestori degli impianti è ormai alle spalle e proprio le precarie condizioni di innevamento a bassa quota hanno spinto gli appassionati a cercare fortuna nelle zone in altitudine e con neve sicura. St. Moritz, ad esempio, ha registrato un numero record di pernottamenti nel mese di dicembre e anche gennaio si è rivelato assai positivo.
A Davos-Klosters è stato osservato un aumento del 18% delle notti nei primi tre mesi della stagione. "Siamo quindi tornati ai livelli pre-Covid", indicano gli addetti alla comunicazione del comprensorio. Per contro Flims Laax Falera ha registrato "un inizio di stagione più debole" a causa della mancanza di neve, che è stato però compensato da una buona attività durante le vacanze natalizie e di carnevale. "Nel complesso, il tasso di occupazione degli hotel sino alla fine di febbraio è paragonabile a un inverno da buono a molto buono", fa sapere l'ufficio stampa.
In generale le prospettive dell'industria alberghiera grigionese per l'intera stagione invernale risultano essere superiori a quelle dell'inverno 2021/2022, già molto dinamico, osserva Hotelleriesuisse Grigioni "Si prospetta un altro inverno molto buono".
Ticino sottotono
L'inverno è stato però estremamente difficile per molte piccole realtà: in Ticino emblematico è il caso del Nara, che non ha mai potuto aprire piste da sci. Airolo-Pesciüm e Lüina sono riusciti a restare aperti, mentre altrove – come ad esempio a Carì – si è sciato “a singhiozzo”.
Il Nara pensa al futuro
Il Quotidiano 26.02.2023, 19:00
Altre località hanno iniziato la stagione in ritardo e hanno poi dovuto nuovamente chiudere. Sörenberg (LU), ad esempio, ha potuto iniziare l'attività normale solo a metà gennaio, a causa delle temperature troppo elevate: il fatturato degli impianti è al momento inferiore di circa il 35% a quello dell'anno precedente. Splügen (GR) ha tenuto aperto a Natale, ma ha dovuto temporaneamente poi richiudere a causa del caldo: le cifre sull'impatto finanziario delle giornate senza sciatori non sono ancora disponibili. I comprensori a quote più basse e quelli scarsamente dotati di sistemi di innevamento artificiale hanno sofferto ancora di più.
Altrove splende anche il sole
Oltre ai grandi impianti nei Grigioni, anche altrove splende metaforicamente il sole. La regione della Jungfrau, nell'Oberland bernese, ha registrato il quarto miglior inizio di stagione degli ultimi dieci anni. Oltre ai numerosi sciatori si segnalano molti ospiti con slitte o impegnati in escursioni. Pure le due principali località turistiche della Svizzera centrale, Engelberg (OW) e Andermatt (UR), sono soddisfatte. "Engelberg può vantare un'ottima stagione invernale", afferma Andres Lietha, direttore dell'ente locale. E pure nel canton Uri non ci si lamenta: la stagione si sta sviluppando "in modo molto positivo", osserva un portavoce di Andermatt Swiss Alps.
Nelle Alpi vodesi e vallesane, le destinazioni sono particolarmente soddisfatte delle numerose prenotazioni registrate nel 2023. A Ovronnaz (VS) ad esempio, il calo dei visitatori durante le vacanze natalizie, che era stato del 20%, è stato recuperato in gennaio e febbraio. Una situazione analoga viene osservata anche nel comprensorio Portes du Soleil e pure il direttore della destinazione turistica vodese Bex-Villars-Gryon-Les Diablerets, Sergei Aschwanden, dà un giudizio incoraggiante: "Finora siamo soddisfatti della stagione, nonostante un inizio complicato: c'è molta gente nelle stazioni, le prenotazioni alberghiere sono buone".
I numeri incoraggianti seguono una tendenza generale di ripresa del settore turistico dopo gli anni del coronavirus: in gennaio il numero di pernottamenti è aumentato del 35% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, secondo una prima stima diffusa venerdì dall'Ufficio federale di statistica (UST). In dicembre la progressione annua si era attestata al 28%.
Manca la neve e aumenta il costo dell’energia
Un altro problema al quale i gestori degli impianti di ogni dimensione hanno dovuto far fronte è stato l’aumento del costo dell’energia. Tuttavia, il rincaro non ha avuto lo stesso effetto ovunque: l'impatto è stato assai differenziato, spiega l'associazione degli impianti di risalita Bergbahnen Graubünden (BBGR). Ad esempio, il gruppo Weisse Arena, gestore del comprensorio sciistico di Laax, ha acquistato l'elettricità per gli anni dal 2022 al 2024 "molto tempo fa": pertanto, non è stato toccato dal recente aumento tariffario.
Nella regione della Jungfrau i rincari di elettricità e diesel sono stati portati come giustificazione per il sensibile aumento dello skipass chiamato Top4, che permette l'accesso nei comprensori di Adelboden-Lenk, Gstaad, Jungfrau e Meiringen-Hasliberg: l'abbonamento è salito da 777 a 850 franchi. L'effetto complessivo della progressione dei costi energetici sarà però chiaro solo quando si faranno i conti finali della stagione invernale, fanno notare gli operatori.