Ticino e Grigioni

I CCL a rischio deroghe

Parte del padronato chiede modifiche: straordinari e lavoro al sabato – L’esempio di mobilifici ed edilizia – I sindacati: “Nessuna sospensione dei diritti”

  • 7 maggio 2020, 20:09
  • 22 novembre, 19:24
01:49

CSI 18.00 del 07.05.2020 - Il servizio di Francesca Calcagno

RSI Info 07.05.2020, 19:55

  • TI-Press
Di: CSI/dielle 

Se in molti, con la crisi di coronavirus, hanno già perso o rischiano di perdere il lavoro, da qualche tempo ci si interroga anche sulle condizioni di chi un lavoro ancora ce l’ha. Alcune associazioni padronali stanno infatti chiedendo delle modifiche ai contratti collettivi di lavoro in modo da recuperare il tempo perduto in queste settimane di crisi.

L'esempio viene dell'Associazione fabbricanti mobili e serramenti, che ha chiesto alcune deroghe al CCL di settore. Ad esempio la possibilità di lavorare, fino a fine anno, il sabato e più a lungo di sera: “Ci sono alcuni collaboratori – spiega ai microfoni RSI il presidente dell’associazione Renato Scerpella – che avevano chiesto ai datori di lavoro di recuperare quel 20% che è venuto a mancare nel portafoglio a causa del lavoro ridotto.”

Non la vede però allo stesso modo Igor Cima, responsabile del settore artigianato del sindacato UNIA: “Noi abbiamo consultato i nostri delegati sindacali e ci hanno chiesto di mettere dei paletti che evitino che da qui a dicembre si lavori tutti i sabati e che si termini tutte le sere alle 22. Per questo abbiamo messo questi argini ed evidentemente non sono andati bene all’associazione padronale”.

UNIA aveva infatti posto alcune condizioni per approvare la deroga, in particolare il pagamento dei supplementi orari previsti per i sabati e per i turni serali, così come il blocco dei licenziamenti per la durata delle disposizioni eccezionali. Condizioni che però non sono piaciute all’associazione padronale: “Si voleva un po’ più di elasticità .- prosegue Scerpella –, ad esempio il sabato non vogliamo pagare il supplemento del 25%, considerato che non è la parte padronale che desidera lavorare, ma era invece per permettere di recuperare queste ore”.

L’accordo non è quindi stato trovato e si andrà avanti con il normale CCL, ma il padronato ha già ventilato possibili perdite. E sul timore di possibile licenziamenti, UNIA lascia uno spiraglio di discussione aperto, ma a precise condizioni: “Siamo comunque pronti a discutere, non siamo però disposti a sospendere quelli che sono diritti conquistati con anni di lotte sindacali da parte dei lavoratori.”

Lo stesso tipo di discussione è stata fatta nell'edilizia. La società impresari e costruttori ha inoltrato richieste simili a quello degli artigiani del legno e anche in questo caso, dopo un mese di trattative, non è stato raggiunto un accordo fra le parti.

Il Professor Kaiser: “Discussioni dure tra partner sociali nei prossimi mesi”

Sul tema le Cronache della Svizzera italiana hanno intervistato Thomas Kaiser, già professore di diritto del lavoro all'Università di San Gallo, secondo il quale i prossimi mesi saranno caratterizzati da dure discussioni fra i partner sociali.

“Padronato e sindacati possono mettersi d’accordo su concessioni temporanee che portano ad un peggioramento delle condizioni di lavoro. Servono a compensare parte delle perdite. Ma bisogna tener conto che in questa crisi hanno dovuto fare sacrifici anche gli impiegati sottoposti al lavoro ridotto hanno ricevuto solo l’80% del salario. E questo taglio sugli stipendi più bassi può causare problemi.”

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CSI 18.00 del 07.05.2020 - L'intervista di Francesca Calcagno

RSI Info 07.05.2020, 19:59

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Sull’eventuale disponibilità di lavoratori e sindacati a peggiorare temporaneamente le condizioni di lavoro, venendo incontro al padronato, Kaiser sottolinea invece che “se i datori di lavoro vogliono che gli impiegati rinuncino a parte dello stipendio - perché è di questo che stiamo parlando -, se chiedono di lavorare di più per lo stesso salario… Allora non devono giustificarsi con le troppe commesse, ma devono dimostrare che nella crisi hanno fatto perdite tali che, senza utili supplementari, la sopravvivenza dell’azienda sarebbe in pericolo. E per dimostrarlo devono aprire i loro bilanci per far vedere l’ampiezza delle perdite.”

Ascolta l’intervista integrale.

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