Ancora licenziamenti. Gli ultimi in ordine di tempo sono quelli della banca privata svizzera Julius Bär. Ed è un duro colpo per la piazza finanziaria ticinese, che continua a perdere posti di lavoro. Ma quale futuro possono avere in Ticino le persone licenziate e formate nel settore bancario quando i posti disponibili sono sempre meno e sempre più ambiti?
Da una parte abbiamo chi assume, dall’altra chi si occupa di outplacement, un servizio che un’azienda, una banca, offre alle persone licenziate. Spesso questo servizio è gestito dall’esterno. Lo sa bene la Von Rundstedt, società svizzera fondata nel 1985 e presente anche a Lugano, dove il Quotidiano ha incontrato Marco Costantini per capire qual è il futuro degli impiegati di banca lasciati a casa? “E’ estremanente individuale. Ci sono le figure professionali più legate al back office che difficilmente troveranno un lavoro nel settore bancario, che però avranno possibilità nel para-bancario o in settori equiparabili”, spiega alla RSI.
“Ma va anche detto che i tempi medi di inserimento nel mercato del lavoro dipendono dall’impiegabilità della persona”, quindi dalle sue conoscenze. “Se una persona ha delle conoscenze legate alla contabilità, che è un ambito molto trasversale, potrà essere utilizzata in molte aziende”, prosegue Costantini. “Ironia della sorte: è più difficile trovare un impiego per persone molto qualificate e formate. Per loro ci sono meno opportunità”, conclude.
E a questo si aggiunge il fatto che nel 25% dei casi il nuovo lavoro avrà un salario più basso. Una realtà frustrante, a ribadirlo Natalia Ferrara, dell’Associazione Svizzera degli impiegati di banca - preoccupata per la piazza finanziaria ticinese. “Chi perde cerca il lavoro in un altra banca. Diventa così un settore con molta compezione. Pochi posti. Sempre pu persone alla ricerca di una nuova opportunità. Diventa una lotta dura. A volte anche impari”, afferma ai nostri microfoni. Considerando che negli ultimi anni i posti di lavoro “spazzati via”, usando le parole di Ferrara, sono il 30%.
Ma questo non significa che chi è alla ricerca di un nuovo posto di lavoro debba scoraggiarsi. I giovani molto formati in maniera trasversale sono quelli che trovano più facilmente un nuovo impiego. Gli altri anche lo trovano, ma ci mettono più tempo. E’ un mercato dunque che chiede sì pazienza, ma anche una forte capacità di adattamento e flessibilità. Lo stesso lavoro, per tutta la vita, è storia di altri tempi.