La terza riduzione delle imposte sui carburanti decisa lunedì 2 maggio con il decreto legge da parte del Governo italiano, ha conseguenze dirette anche sui benzinai ticinesi, già duramente colpiti dopo la pandemia.
Le perdite registrate sono ingenti: non solo i frontalieri non si fermano più nelle stazioni di servizio sul confine, ma anche gli stessi ticinesi vanno in Italia a fare il carburante. Anche la stampa italiana oltre frontiera ha dedicato servizi ad un fenomeno mai osservato a queste latitudini. Le differenze di prezzo sono ingenti: un rifornimento di 50 litri può tradursi oltreconfine in un risparmio di 10 euro, sia per la benzina che per il gasolio.
Secondo i benzinai ascoltati dalla RSI tra Caslano, Brissago e Gandria, nemmeno i turisti potrebbero giocare un ruolo cuscinetto nei prossimi mesi, mentre l'unica soluzione possibile per i gerenti è un'intervento diretto sui prezzi. Alcuni di costoro hanno perso la metà degli introiti da marzo e fanno notare che accanto ai distributori ci sono chioschi o negozi che non vendono più nulla. La cioccolata - dice una responsabile su piazza dal 1959 - la mangia mia figlia, mia nipote o io. Tutto il resto - dice - bisogna buttarlo.