Ticino e Grigioni

I comunisti si preparano alle cantonali

Approvata un'alleanza con il Partito Operaio Popolare in vista delle elezioni ticinesi di aprile - Il segretario politico Ay: "Rifiutiamo la guerra, ma la neutralità serve a negoziare"

  • 15 ottobre 2022, 20:26
  • 20 novembre, 14:44
04:04

SEIDISERA del 15.10.2022: il servizio di Giorgia Roggiani e l'intervista a Massimiliano Ay

RSI Info 15.10.2022, 21:13

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Di: SEIDISERA-Roggiani/ludoC 

A destra si profilano nuove alleanze e strategie per difendere la sovranità e la neutralità svizzera, ma il “no” alle sanzioni, in questo caso contro la Russia, arriva in parte anche da sinistra. E in Ticino, il Partito Comunista (PC) – che in Gran Consiglio conta due deputati – ha approvato oggi, durante la conferenza di organizzazione svoltasi a Balerna, una risoluzione per mettere al centro della sua politica la neutralità della Svizzera. Sul tavolo, c’era inoltre la proposta di creare un’alleanza in vista delle elezioni cantonali di aprile con il POP, il Partito Operaio Popolare. Proposta accettata, senza sorprese, dalla trentina di persone presenti. L’assemblea del POP si riunirà per parte sua a inizio novembre, per decidere in merito a questa intesa.

Nel corso dell’estate, Partito socialista (PS) e Verdi avevano fatto sapere di non essere interessati a correre insieme al PC per le cantonali. Questo anche a causa delle posizioni assunte dai comunisti in merito alla guerra in Ucraina, definite “ambigue e non di chiara condanna dell’invasione russa”.

Per quale motivo nessun altro partito vuole allearsi col PC? Il partito condanna l’invasione russa? Domande che SEIDISERA ha rivolto a Massimiliano Ay, segretario politico del Partito Comunista:

“Eravamo disponibili a lavorare con il Partito socialista, soprattutto per una lista di Governo. Il PS ha fatto altre scelte, probabilmente su pressione dei Verdi: ne prendiamo atto. Per parte nostra, abbiamo ribadito che con il Partito Operaio Popolare c’era una possibilità di costruire una lista unitaria, in quanto abbiamo una tradizione comune e dei valori comuni. Abbiamo anche delle proposte concrete a difesa del lavoro e della neutralità, che ci permettono di costruire una lista coerente e chiara”.

Torniamo alla questione della guerra in Ucraina. Da più parti vi accusano di non aver mai condannato con fermezza l'invasione russa…

“Non è così. Basta leggere le nostre risoluzioni di febbraio e si vede chiarissimamente che noi abbiamo rifiutato la guerra.”

Condannate la guerra, va bene, ma condannate l'invasione russa dell'Ucraina?

“Noi riteniamo che la Russia, entrando in Ucraina, abbia violato la Carta delle Nazioni Unite. Questo ovviamente è un problema. Tuttavia, va ricordata una cosa: che per otto anni c'è stato un genocidio nel Donbass*, che solo il Partito comunista in Svizzera ha condannato chiaramente”.

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Massimiliano Ay

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Ecco, nel vostro programma dite che volete rilanciare la neutralità. In poche parole, voi immaginate una Svizzera che non sia coinvolta in nessun modo in un qualsivoglia organismo internazionale e che non prenda provvedimenti di nessun tipo, nemmeno in caso di violazioni palesi del diritto internazionale: è così?

“No. Noi chiediamo che la Svizzera resti all'interno delle Nazioni Unite, che rispetti il diritto internazionale e lo faccia rispettare. Si tratta però di ricordarci che la nostra posizione di neutralità è un valore aggiunto che serve a raggiungere un compromesso, cioè serve a rilanciare le negoziazioni e non favorire un'escalation”.

Però questo concetto di neutralità si avvicina un po’ al concetto che ha la destra, come l'UDC, della neutralità.

“Stare fuori dai conflitti non è una posizione di destra. Penso che sia una posizione di buon senso che il nostro partito fin dal 1944 ha sempre difeso”.

*Secondo un report dell’Alto commissariato dell’ONU per i diritti umani, dal 2014 al 31 dicembre 2021, quindi dallo scoppio delle ostilità in Donbass e prima dell’invasione russa, sono morte oltre 14'000 persone, ma di queste 4'400 facevano parte delle forze armate ucraine (militari e paramilitari), 6'500 erano invece membri di gruppi armati filorussi, mentre i civili rimasti uccisi sono stati 3'400 (incluse le 298 persone bordo dell’aereo della Malaysian Airlines precipitato), ed erano sia russofoni sia di lingua ucraina. La grande maggioranza dei morti civili è avvenuta nel 2014 (2'084) e nel 2015 (955).

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