La Commissione della Gestione ha approvato martedì all'unanimità una serie di misure per i dipendenti dello Stato in favore di una maggiore conciliabilità tra lavoro e famiglia.
Tutti d'accordo quindi nell'accogliere il rapporto sull'iniziativa presentata nel 2015 da alcuni deputati socialisti. Rapporto che se non accoglie completamente quanto richiesto dall'atto parlamentare, va ben oltre quanto era disposto a concedere il Consiglio di Stato. Riassumendo: si prevede di aumentare da 5 a 10 giorni il congedo paternità e da 3 a 5 giorni all'anno quello per malattia dei figli. Viene inoltre eliminato il limite formale dell'80% di percentuale lavorativa per i funzionari dirigenti. Il relatore Nicola Pini (Plr): "Credo che il problema della conciliabilità sia sempre più di attualità nell’agenda politica, anche perché sono sempre di più le giovani generazioni che, per volontà o necessità, vogliono lavorare entrambi pur avendo dei figli".
A livello nazionale è per esempio pendente un'iniziativa del PPD per un congedo paternità di 20 giorni. Le misure approvate oggi in Gestione toccano solo gli impiegati del cantone, anche se "Riteniamo che il ruolo, come datore di lavoro, del cantone, sia da esempio o modello per il settore privato", conclude Nicola Pini.
Così come per altre realtà pubbliche. Toccherà ora al Gran Consiglio esprimersi.
CSI/Bleff