Un anno ben al di sopra di ogni più rosea aspettativa. Si potrebbe definire così il 2022 per quanto riguarda le finanze cantonali in Svizzera. Un gettito fiscale molto più alto del previsto e il contributo versato dalla Banca nazionale svizzera (BNS) hanno infatti permesso ai cantoni di realizzare buoni, se non ottimi, risultati nel 2022. Né la guerra in Ucraina né l'inflazione hanno intaccato i conti.
Tutti i 23 cantoni che hanno finora pubblicato i loro consuntivi - mancano Vaud, Neuchâtel e Sciaffusa - hanno ottenuto un risultato molto migliore del previsto e tutti chiudono nelle cifre nere, a dispetto di preventivi spesso anche molto negativi. La differenza maggiore tra il preventivo e il risultato finale si è registrata a Zurigo, la differenza è di oltre un miliardo di franchi: il cantone ha realizzato un utile di 543 milioni di franchi, mentre era stata preventivata una perdita di 523 milioni.
Anche Ginevra ha sottovalutato in modo significativo le sue entrate, realizzando un utile di 727 milioni di franchi, mentre prevedeva una perdita di 93 milioni.
In Vallese, l'utile è stato quattro volte superiore al previsto, con 56,3 milioni. Boccata d’ossigeno anche per il Giura, che riesce a chiudere con un piccolo avanzo di 320’000 franchi.
Anche Ticino e Grigioni sorridono
I risultati eccezionali toccano da vicino anche la nostra realtà: in Ticino, come noto, a fronte di un’importante perdita preventivata da 135 milioni di franchi, i conti hanno chiuso in positivo di 3 milioni, con un “errore” di stima che raggiunge i 137,9 milioni.
Conti del Canton Ticino in positivo
Il Quotidiano 29.03.2023, 19:00
Ancora meglio fanno i Grigioni, che invece di un disavanzo previsto di quasi 10 milioni di franchi, chiude con un risultato in positivo di 205,6 milioni (differenza: +215,5 milioni).
Risultato record per i conti nei Grigioni
Il Quotidiano 09.03.2023, 19:00
Tutti nelle cifre nere
Dei cantoni considerati, tutti tranne uno hanno ottenuto un risultato migliore rispetto al preventivo. L'eccezione è Nidvaldo, che ha chiuso con un'eccedenza di 1,2 milioni contro gli 1,5 milioni previsti. Tuttavia, il semicantone ha destinato 28 milioni alle sue riserve.
Nel complesso, i conti dei cantoni sono stati migliori del previsto di 4,3 miliardi di franchi. E i loro profitti cumulati hanno superato i 3,5 miliardi.
I primi tre in assoluto sono Ginevra (727 milioni di utili), Zurigo (543 milioni) e Berna (358 milioni), mentre i due cantoni di Basilea hanno raccolto insieme un'eccedenza di oltre mezzo miliardo.
Era dal 2008 che non succedeva
L'ultima volta che tutti i cantoni hanno chiuso l'anno in attivo è stato nel 2008. I risultati del 2022 sono "sorprendenti", ha dichiarato a Keystone-ATS Martin Mosler, responsabile della politica fiscale dell'Istituto di politica economica svizzera dell'Università di Lucerna. Il contesto inflazionistico e le tensioni geopolitiche non potevano a priori favorire le finanze cantonali.
In generale, il fatto che i cantoni abbiano resistito così bene agli shock dell'inflazione e delle tensioni internazionali dimostra "la solidità dell'economia svizzera", afferma Mosler.
Per quanto riguarda le enormi differenze tra i preventivi e i consuntivi, possono essere spiegate dal fatto che i Cantoni hanno elaborato le loro previsioni per il 2022 nel bel mezzo di una pandemia, cioè nel 2021, spiega Ernst Stocker, presidente della Conferenza cantonale dei direttori finanziari. A causa delle ristrettezze del contesto, non si aspettavano che il mercato del lavoro e l'economia si riprendessero così bene.
Inoltre, i Cantoni hanno ricevuto 4 miliardi di franchi dalla BNS come quota degli utili della banca centrale elvetica nel 2021, che hanno superato i 26 miliardi di franchi.
Un 2023 decisamente differente
Una manna che purtroppo non è destinata a ripetersi quest'anno, poiché la BNS ha registrato una perdita di oltre 132 miliardi di franchi nel 2022 e non avrà quindi nulla da distribuire alle autorità pubbliche.
"I grandi utili della BNS (negli ultimi anni) erano di solito il risultato di situazioni eccezionali", spiega Martin Mosler dell'Istituto per la politica economica svizzera dell'Università di Lucerna. Oggi la priorità della BNS è infatti garantire la stabilità dei prezzi e i profitti sono secondari. E, a causa delle tendenze inflazionistiche, una contrazione del bilancio o una stabilizzazione del settore bancario potrebbero ridurre ulteriormente a lungo termine i dividendi pagati dalla BNS.
I cantoni si trovano di fronte alla sfida di dover adattare i loro bilanci alle nuove circostanze. "I preventivi del 2023 mostreranno se i cantoni stanno adeguando le loro spese alle nuove circostanze", ha detto Mosler. I risultati del 2023 non saranno però necessariamente scarsi, ha aggiunto, in quanto “tutti i cantoni hanno margine per ridurre le proprie spese".