Il futuro energetico e climatico del Canton Ticino è stato condensato in un documento di cento pagine: il nuovo Piano energetico e climatico cantonale, abbreviato PECC, con quella C in più rispetto al precedente, per indicare che la politica climatica è oggi un tema ineludibile. Il testo, in consultazione aperta a tutti fino al 31 marzo, "sarà la base per elaborare dei provvedimenti concreti, definisce gli indirizzi ma non si proclamano verità assolute", ha detto il presidente del governo e direttore del Territorio, Claudio Zali.
L’obiettivo è di arrivare entro il 2050 a un Ticino indipendente energeticamente, neutrale dal profilo climatico e pronto agli stessi cambiamenti climatici. "Dobbiamo decarbonizzare, risparmiare energia e produrre molta più energia rinnovabile. A dieci anni dal primo PEC, grazie al quale ci sono stati riscontri favorevoli, ad esempio sulla qualità dell’aria, dobbiamo cambiare passo". Il PECC, ha detto ancora Zali, non parla di tasse, ma di incentivi. "Ci sono prospettive di crescita enorme per un’economia settoriale".
Il Ticino "proprietario delle proprie acque"
Gli obiettivi strategici, illustrati in conferenza stampa a Bellinzona, sono molti, come le cento pagine lasciano intendere. Sul piano dell'idroelettrico, il direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia, Christian Vitta, ha ricordato quello di un "Ticino che ritorni proprietario delle proprie acque attraverso la riversione". Ma poi c’è anche l’aumento della produzione attraverso l’innalzamento, dove possibile, dei bacini esistenti: "La diga del Sambuco, in Lavizzara, risulta essere quella con la maggiore capacità di sviluppo". Ma il Cantone sosterrà anche con incentivi la produzione da sole, vento e biomassa.
Il consigliere di Stato Vitta ha ricordato anche gli impatti negativi dei cambiamenti climatici, con la siccità che mette in difficoltà l’agricoltura, e la neve che manca: "È uno dei maggior rischi per il turismo che dovrà diversificare l’offerta e aumentare la competitività delle destinazioni".
Il boom del fotovoltaico
Il PECC chiede dunque un "cambiamento di passo", da innestare su un trend già positivo. "I consumi energetici in Ticino dal 2008 si sono ridotti dell’8%, a fronte del 3% previsto dal precedente Piano - ha detto il capo della Divisione dell’ambiente, Giovanni Bernasconi. I combustibili fossili, ha proseguito, "coprono però ancora il 60% ed è importantissimo portare avanti la decarbonizzazione".
Bernasconi ha parlato anche di un notevole incremento delle energie rinnovabili, esponenziale per il fotovoltaico: "Nel 2022 abbiamo dato incentivi per 3'000 impianti fotovoltaici. Il trend è molto positivo". Idem per la produzione di energia termica che è cresciuta grazie alle pompe di calore.
"I mutamenti climatici sono però in corso e bisogna aumentare il passo verso una società di energie al 100% rinnovabili e neutra".
La strategia prevede l’eliminazione delle emissioni di CO2, decarbonizzando e diminuendo i consumi. Ma bisogna anche puntare sulla tecnologia per stoccare il CO2. A tal proposito, il capo della Divisione ambiente ha ricordato la fortuna del Ticino che può contare su una vasta area boschiva in grado di assorbire anidride carbonica.
Lo scenario, illustrato da Bernasconi, prevede una riduzione dei consumi in Ticino al 2050 del 37% rispetto al 2008. Ma anche una riduzione delle emissioni di CO2 del 90%, sempre entro il 2050. "È importante che l’energia idroelettrica sia il più possibile sostenuta", ha detto il funzionario indicando l’obiettivo di produzione in 4'000 GWh all’anno.
In questo scenario di cambiamenti e progetti, hanno detto i relatori, è estremamente importante accompagnare il cittadino nelle proprie scelte. Tramite TicinoEnergia, ad esempio, verranno portate avanti le consulenze, ma poi andrà incentivata anche la formazione per avere architetti, ingegneri e artigiani in grado di concretizzare gli obiettivi. Infine, è stata annunciata la creazione di un apposito Ufficio cantonale della decarbonizzazione.
RG 16.00 del 01.02.2023
RSI 01.02.2023, 17:22