Il caldo dei giorni canicolari appena trascorsi ce lo ricordiamo tutti, così come il monito degli esperti che avvisano che senza rigide misure contro il surriscaldamento climatico gli eventi meteorologici estremi non faranno che aumentare. Dichiarazioni e fatti che generano paura, soprattutto in una parte della popolazione, la quale soffre di una vera e propria “ansia legata al clima”.
“A livello scientifico il concetto non è ancora definito chiaramente – dichiara Gerhard Reese, psicologo dell’ambiente ed esperto di clima all’università di Coblenza e Landau – con esso si intende in ogni caso una reazione emotiva negativa alla crisi ambientale e alle sue conseguenze”. Una paura, dal suo punto di vista, completamente razionale.
Nonostante la diffusione di questo timore, tuttavia, la gente fatica ancora molto ad adattare il proprio comportamento in funzione del clima. Il motivo è secondo Reese complesso: “Sul piano individuale contano le abitudini, la comodità, c’è come la preoccupazione per la perdita di alcuni privilegi. Il problema maggiore è però determinato dal fatto che viviamo in un sistema economico che gratifica e promuove atteggiamenti deleteri per l’ambiente”. Fondamentale sarà quindi trovare continue soluzioni in grado d’incentivare comportamenti positivi e punire quelli nocivi.