Non il classico caso di caporalato transfrontaliero, ma una concorrenza sleale instaurata in loco attraverso la creazione di una ditta. L’impresa in questione, attiva nel settore edile, è la “Smartisti per la casa” di Pregassona, nel frattempo fallita, che tra la fine del 2013 e l’inizio del 2015 sottopagò una quindicina di operai.
Il loro contratto risultava in regola. Ma in realtà guadagnavano solo tra i 15 e i 20 franchi netti all’ora, restando ben al di sotto dei minimi salariali previsti. Con questo sistema il titolare della società, in carcere dal mese di ottobre, riuscì a guadagnare quasi 100'000 franchi.
Il 34enne italiano (reo-confesso) comparirà presto in aula, alle Assise Correzionali. Il procuratore Andrea Pagani lo ha infatti rinviato a giudizio, con le accuse di usura per mestiere e inganno nei confronti delle autorità. L’inganno legato ai contratti farlocchi, con cui i suoi dipendenti avevano ottenuto il permesso di lavoro.
Francesco Lepori