Da oggi, mercoledì, entra in vigore in Ticino la legge sul salario minimo. Negli ultimi giorni è però salito a 7 il numero delle aziende nel cantone che hanno aderito al discusso contratto collettivo, con remunerazioni inferiori, di Ticino Manufacturing.
Fra queste, un'altra ditta con sede nel Mendrisiotto: la Tecnomatic di Stabio. L'assemblea del personale si è riunita lunedì, alla presenza del sedicente sindacato TiSin, e ieri sono scattati i licenziamenti per due collaboratori che non avevano accettato il contratto. "Perché non vogliono darci i 19 franchi che sono per legge... Quindi non capisco perché questi datori di lavoro possono permettersi questa cosa", commenta uno di loro, aggiungendo che le motivazioni indicate nella lettera di licenziamento sono "ristrutturazione aziendale e calo di lavoro". Quanto all'azienda, contattata dalla RSI, essa non ha voluto ricevere la giornalista che ha raccolto la testimonianza.
Altre 4 imprese, fa sapere il sindacato UNIA, hanno intanto aderito al controverso CCL. Dopo il "no" del Tribunale federale (TF) ai ricorsi presentati contro la legge, si è quindi constatato un clima di corsa sul fil di lana in vista dell'entrata in vigore del salario minimo.
"All'ultimo secondo si stanno muovendo con TiSin per trovare una soluzione a sfavore dei dipendenti", accusa Nenad Jovanovic, vicesegretario della OCST nel Mendrisiotto, denunciando uno scenario preoccupante. "Possiamo immaginare cosa può succedere a questi dipendenti, qualora dovessero accettare queste condizioni peggiorative: sicuramente riceveranno pressioni, alcuni verranno licenziati. E in questa situazione è chiaro, palese, che si tratta di licenziamenti abusivi", conclude il sindacalista.