È a dir poco sorprendente: quasi 3 ticinesi su 4 (72,3%) ritengono che sia necessario mettere un freno alle nuove costruzioni. La misura, secondo loro, andrebbe a favore dell'ambiente e del paesaggio. Solo il 17,1% dice che va bene così. Uno su dieci non ha per contro un'opinione precisa. Di che riflettere per la politica, impegnata nella volata finale verso il 2 aprile.
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Speciale Elezioni 20.03.2023, 21:10
I motivi di tale opinione si possono solo azzardare. Che in Ticino negli ultimi decenni si sia costruito tanto e a tratti anche in modo selvaggio (su tutti basti citare il Pian Scairolo) è sotto gli occhi di tutti. Un altro possibile fattore è legato alla tendenza alla decrescita demografica innescatasi negli ultimi anni, ciò che fa aumentare gli sfitti. Un'altra possibile lettura è quella legata alla questione ambientale, con la preferenza della gente a voler rinnovare il parco immobiliare esistente, preferibilmente implemenando tecnologie e metodi maggiormente ecosostenibili, come si può evincere anche dalla quarta domanda del sondaggio (vedi sotto).
L'annosa questione del lupo
"Vivo, morto, o X", cantava Ligabue. Il tema e la contesa degli ultimi anni è inevitabilmente diventata materia da campagna elettorale. Come spesso accade, ognuno a dire la sua, con toni anche accesi, minacce di arrangiarsi da soli (ancora la scorsa settimana a Cevio ), in barba alle perizie e alle decisioni cantonali e alle leggi federali. Nessuno però, si è mai preoccupato veramente di chiedersi cosa ne pensa la gente. Ora, il sondaggio RSI dà la risposta: più della metà del campione interpellato (52,3%) è favorevole alla regolazione del lupo tramite abbattimenti; uno su tre no (32,8%); il 14,9% non ha invece un'opinione precisa. La questione non si risolve però con un sondaggio e resterà quindi sul tavolo della politica della prossima legislatura.
RSI
Trasporto pubblico, va bene così
Abbastanza sorprendente è l'opinione sull'offerta di trasporto pubblico. Due su tre (65,4%), la giudicano soddisfacente, mentre gli insoddisfatti si fermano al 22,8%. La domanda che sorge spontanea è quanti, del campione del sondaggio, facciano effettivamente uso del trasporto pubblico; non è infatti da escludere che una parte dei soddisfatti si dichiari tale perché non li utilizzi, e non ritenga perciò una priorità investire altri soldi in questo ambito.
RSI
Le ricette ambientali
32%: è la percentuale che si ottiene sommando chi ritiene che le misure a favore dell'ambiente debbano toccare la riduzione del traffico (19,6%) e l'incentivare l'utilizzo dei trasporti pubblici (12,4%). In assoluto, però, la percentuale maggiore se la aggiudica la voce legata alle energie rinnovabili, al 23,6%. Alla spicciolata e tutte sotto il 10% le altre voci, con un'evidenza che val la pena sottolineare: per il campione sondato, le priorità vanno maggiormente sul comportamento individuale e molto meno su quello collettivo o nel campo stretto delle decisioni politiche.