Il preventivo 2024 del canton Ticino in Gran Consiglio non a gennaio ma a febbraio. È una delle novità uscite dalla Commissione della gestione che si è riunita oggi, giovedì, a Castel Grande per discutere dei conti e delle misure di risparmio proposte dal Consiglio di Stato.
“Viste le difficoltà a carico di questo importante dossier abbiamo voluto fare una riunione fuori dal contesto politico di palazzo per fare un’analisi più oggettiva a carico del Preventivo 2024, un preventivo su cui la trattazione sta andando molto a rilento, a causa di tutta una serie di difficoltà - spiega Michele Guerra, presidente Commissione Gestione ticinese -. Ad esempio, in commissione gestione parliamo di risanamento da ben prima di giugno 2023, abbiamo fatto vari incontri con il Consiglio di Stato, ma mai le misure di risanamento sono state condivise con noi, se non il 18 ottobre, quando anche i media sono stati informati”.
Da ottobre a oggi si è lavorato, ma senza trovare una convergenza. Intanto però il Consiglio di Stato ha risposto a molti dei quesiti dei commissari e ha pure messo nero su bianco una novità non di poco conto: “Ci ha confermato che anche qualora dovessimo portare a casa questo pacchetto di risanamento, nel 2024 in ogni caso, non rispetteremmo il vincolo del freno ai disavanzi, quindi la strada è più in salita del previsto”. “Il rischio è che poi l’anno prossimo ci si trovi a dover fare il doppio sforzo, con il doppio delle misure di risanamento”, continua Guerra.
Nel frattempo la Gestione ha messo sul tavolo le proprie proposte: “La riunione odierna però è stata molto costruttiva, molto positiva, tutti i gruppi, anche quegli che all’inizio di sono detti contrari a questo preventivo, hanno dato degli spunti, hanno dato dei suggerimenti, hanno proposto delle misure, noi oggi tutto ciò che è stato lanciato e proposto dai gruppi lo abbiamo raggruppato, lo invieremo al Governo, e l’obiettivo è quello di trovare una convergenza attorno a questo documento”, conclude Guerra.
Davanti alle cifre del Governo i toni sono parsi più concilianti, ma una vera convergenza ancora non c’è.