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Il preventivo della discordia

Il Ticino deve risparmiare 134 milioni, riducendo la spesa nel personale pubblico, negli istituti sociali e nei sussidi per i premi di cassa malati - La proposta del governo scontenta tutti e non si trova l’intesa politica

  • 19 gennaio, 10:55
  • 23 gennaio, 16:25

L'inverno dello scontento

Falò 18.01.2024, 21:12

  • RSI
Di: Alessandra Maffioli e Francesca Luvini

È l’inverno dello scontento in tema di politica finanziaria in Ticino.

Da anni si dibatte sull’equilibrio dei conti dello Stato, ed oggi -che se ne dovrebbe arrivare ad una- siamo ancora in alto mare.

Il freno al disavanzo e l’obbligo di pareggio di bilancio entro il 2025 agendo sulle spese -come da “decreto Morisoli”- hanno partorito una manovra di risparmio da 134 milioni di franchi. Ma il Preventivo 2024  mette in imbarazzo destra e sinistra, costringe i partiti a tour de force e salti mortali per trovare intese politiche. Intanto i tempi si allungano, il Cantone non avrà un preventivo approvato prima di febbraio o marzo, mentre la protesta di piazza cresce.

I sacrifici del personale pubblico

Tra le voci di risparmio più contestate vi è quella che riguarda il personale pubblico. Tra sostituzioni parziali o rinviate, decurtazioni salariali e altri provvedimenti, il governo intende risparmiare sui dipendenti statali 27 milioni di franchi. Via il carovita, via il 2% della quota di stipendio oltre i 60mila franchi. I più agguerriti sono i docenti delle scuole medie superiori, che hanno pubblicato una risoluzione congiunta in difesa della scuola pubblica, dove esprimono preoccupazione, dissenso e indignazione per i nuovi tagli. A Falò  l’insegnante Joëlle Matasci ci aiuta a capire di quanto verrà alleggerita la busta paga: “Orientativamente con un tempo pieno siamo sui 3000-3500 franchi per i docenti di liceo in meno all’anno”, racconta a Falò. Come lei molti altri vedono nel preventivo del governo la volontà di smantellare lo stato sociale e indebolire il servizio pubblico.

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Durante una delle scorse manifestazioni contro i tagli alle pensioni

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Respinti i sussidi per le casse malati

Se la passa anche peggio chi si è visto negare o ridurre i sussidi per pagare l’assicurazione malattia, una misura già introdotta benché il preventivo, e quindi la proposta di risparmio, non siano ancora stati approvati dal parlamento. In quest’ambito il Governo spera di riuscire a risparmiare oltre 16 milioni di franchi, su una spesa annua che comunque sfiora i 400 milioni di franchi. Non saranno toccate le fasce più deboli della popolazione, ma sì le economie domestiche con reddito medio basso. Un giovane papà, con 3 figli piccoli e una moglie ci rivela la sua disperazione e l’impossibilità a far capo a una spesa maggiore di 675 franchi ogni mese, pur con il suo reddito netto di 6’000 franchi al mese: “l’anno prossimo con meno sussidi andrò a pagare quasi 1000 franchi per la cassa malati, 3 volte tanto a quanto pagavo l’anno scorso e i soldi non ce li ho” ci ha detto in intervista, e continua “ai tempi uno con 6 mila franchi al mese poteva farsi una ottima vita senza star qui a farsi conti in tasca; desso uno prende 6 mila franchi puliti ed è qua e non riesce a arrivare alla fine del mese, è una cosa incredibile; abbiamo smesso di sognare.” Gli fa eco una mamma, nella sua famiglia il reddito netto è più alto perché lavorano entrambi (fra l’altro in ambito statale), ma sono più alte anche le tasse e certe spese. Loro si sono visti respingere totalmente la richiesta di sussidi, e tolti quelli, perdono anche il diritto all’aiuto per la retta del centro extra scolastico dei figli. In tutto, considerando anche la riduzione di salario prevista, dovranno sborsare 670 franchi in più ogni mese, 8 mila all’anno, non proprio bruscolini: “ e poi vieni a sapere che il Gran consiglio ha appena approvato degli sgravi fiscali per i ricchi”- confessa a Falò- “mentre togli il sussidio cassa malati a chi ne ha bisogno e decurti il salario; ci si sente presi in giro”.

Complessivamente in Ticino vi sono altri 5’200 cittadine e cittadini a cui è stata respinta la richiesta di sussidio e 15’000 a cui il sussidio è stato ridotto. È una nuova fascia di popolazione a rischio di povertà.

Progetti a rischio negli Istituti sociali

E infine a venire privati di fondi, secondo la manovra dei risparmi, vi sono anche gli enti sussidiati dallo Stato  in cambio di determinate prestazioni. La misura più controversa non è tanto il taglio lineare del contributo, quanto il prelievo dei soldi dei fondi. Chi è stato virtuoso, ha accumulato riserve grazie a una gestione sana e lungimirante viene penalizzato. Nel settore invalidi alla Fondazione Diamante, ad esempio, il prelievo sarà di 4 milioni di franchi, che equivale alla metà dell’intero capitale costruito grazie ai ricavi dalla vendita di prodotti e servizi: `” È una misura miope, che va a indebolire la capacità operativa di una fondazione indipendente” ci dice nello sconcerto il presidente Michele Passardi  e continua “diminuirà la propensione a sviluppare nuovi progetti, a investire per cercare nuove opportunità di lavoro e questa è l’ultima cosa che i cittadini dovrebbero auspicare.” A rincarare la dose il direttore degli Istituti sociali di Lugano Paolo Pezzoli : “È chiaro che se il cantone toglie il fiato e toglie l’ossigeno, togliendoci questi soldi, l’innovazione e la ricerca va a cadere e resteremo nel 2026 alle medesime condizioni di oggi, avendo imparato che non vale la pena ottimizzare perché i soldi qualcuno te li prende.”

La posta in gioco è alta e in attesa del voto in gran consiglio la ricerca di un compromesso assomiglia sempre di più al problema della quadratura del cerchio.

Auguri stonati

Falò 18.01.2024, 21:20

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