Dopo anni di progettazione e poi realizzazione, finalmente al Centro Svizzero di Calcolo Scientifico (CSCS) di Lugano, struttura del politecnico federale di Zurigo che gestisce e sviluppa supercomputer per la ricerca, sta per entrare in funzione l’ultima evoluzione, denominata Alps. Oggi, sabato, si tengono l’inaugurazione ufficiale, alla presenza del consigliere federale Guy Parmelin, e un pomeriggio di porte aperte.
Per Maria Grazia Giuffreda, direttrice associata del CSCS, si tratta di “un’importante pietra miliare”: “Non è qualcosa che abbiamo messo su in pochi giorni. Anni fa abbiamo pensato a cosa c’era bisogno di sviluppare per arrivare a installare la macchina che inauguriamo domani”.
Al CSCS lavorano 127 collaboratori provenienti da 23 paesi, per un budget operativo di 30 milioni annui e un margine di investimento di 20 milioni. Il tutto per offrire servizi di calcolo scientifico a circa 1’800 utenti internazionali che qui stanno sviluppando oltre 100 progetti.
Una potenza di calcolo utile in tanti ambiti
Può sembrare curioso, ma l’informatica è il settore che utilizza meno le strutture di calcolo: al primo posto ci sono la chimica e la scienza dei materiali, seguite dalla fisica, dalle scienze biologiche e quelle ambientali.
“Siamo un centro di calcolo che mette a disposizione di tutta la ricerca scientifica i nostri mezzi - spiega la direttrice -. Per esempio per cercare nuovi materiali, ma anche per creare supercalcolatori del futuro o per rispondere alle domande sull’origine dell’universo”.
I supercomputer installati a Lugano vengono impiegati in alcuni dei più grandi progetti di ricerca mondiali come il radiotelescopio SKA, basato in Australia e Sudafrica, l’acceleratore di particelle del CERN di Ginevra e pure da servizi come l’EMPA, il laboratorio federale per la scienza e la tecnologia dei materiali, e da MeteoSvizzera.