L'ufficio di statistica ticinese ha pubblicato uno studio ("Pena pecuniaria, privazione della libertà e carcere nel Cantone Ticino") dove emerge, tra le altre cose, che il tasso di recidiva dei condannati è diminuito con l'entrata in vigore — nel 2007 — delle pene pecuniarie in sostituzione al carcere. Una constatazione che pare contraddire le diverse prese di posizione contrarie a questa forma di espiazione, che hanno portato a una parziale revisione del codice penale in vigore da inizio anno.
I giudici, infatti, dal primo gennaio possono nuovamente infliggere pene di breve durata. "Le statistiche offrono solo una versione parziale, non dimentichiamo che le pene pecuniarie sono inflitte a persone che si sono rese colpevoli di reati non particolarmente gravi — ha sottolineato mercoledì ai microfoni della RSI Mauro Ermani, presidente del Tribunale penale (ascolta l'audio in allegato) —. Starei attento a tirare conclusioni sull'efficacia della pena pecuniaria sulla prevenzione della recidiva. In Ticino, poi si fanno degli sforzi importanti per il reinserimento del condannato,una volta espiata la pena".
Condanne penali per delitti o crimini, in Svizzera e in Ticino, dal 1997
La ricerca — condotta da Daniel Flink, professore incaricato di statistica della criminalità alle università di Losanna e Lucerna — rileva come in Ticino, rispetto al resto della Svizzera, si fa un uso ristretto della detenzione in attesa di giudizio evitando così, come invece accade in altre regioni, di violare il principio della proporzionalità.
CSI/px
Per saperne di più:
- Lo studio Pena pecuniaria, privazione della libertà e carcere nel Cantone Ticino (in pdf)