Quale stagione si sta aprendo sul fronte della pandemia, in bilico tra vaccinazioni e aperture, tra calo di contagi e rischio di ripetere errori già fatti? Le Cronache della Svizzera italiana lo hanno chiesto a Christian Garzoni, direttore sanitario della Clinica Moncucco.
Il virus non sparirà e poi ci sono anche le varianti. In Svizzera è stato confermato che quella inglese è la dominante. Si sa qualcosa della diffusione e della pericolosità delle altre?
"Il discorso è complesso, dovremo abituarci al fatto che ogni tanto arriva una variante nuova. Quelle che circolano adesso in Svizzera hanno una chimica molto simile a quella che conoscevamo, sono solo più ‘appiccicose’. Nel mondo ci sono delle varianti apparentemente pericolose, come forse quella indiana, anche se i dati sono difficili da estrapolare perché l’India ha un sistema sanitario diverso dal nostro. Le varianti sono un punto di domanda difficilmente prevedibile, ma ora l’umanità ha delle armi contro di esse: i vaccini possiamo modificarli e adattarli, così come gli anticorpi monoclonali".
Sul tema vaccini, nei giorni scorsi si è detto di una copertura certa di 6 mesi. È ancora così? E chi ha fatto il vaccino in gennaio, a giugno si trova di fronte a una scadenza?
"Per quanto riguarda la durata, noi dovremo osservare i vaccinati per anni. Cosa che non possiamo fare perché abbiamo vaccinato le persone 6 mesi fa. Il nostro è un sapere in divenire. Oggi sappiamo che c’è sicuramente una copertura valida nei primi 6 mesi. Se ci si renderà conto che sarà necessaria una nuova somministrazione, lo Stato si organizzerà per dare nuovamente il vaccino. Si tende ad avere una lenta diminuzione dell’immunità, ma non è che scade dopo 6 mesi. Verranno stabilite delle regole per vedere quando rifare il vaccino e queste regole verranno cambiate nel corso del tempo".
Ma è ipotizzabile che chi ha fatto il vaccino in gennaio debba rifarlo adesso?
"Sei mesi sono un po’ corti, quindi sicuramente no, però ipotizzare che una volta all’anno bisogna fare un richiamo, questo è uno scenario più che plausibile anche se i dati oggi non ci sono ancora".
Cosa vede per il futuro?
"Il Covid ci obbliga a una nuova convivenza, che è stata molto difficile e drammatica nell’anno passato. Adesso pian piano diventa una convivenza un po’ più semplice, ci sono le aperture, abbiamo una copertura vaccinale. La società tornerà a una nuova normalità".
Pandemia, in Ticino c'è cauto ottimismo
Il Quotidiano 06.05.2021, 21:00