È un domino di polemiche quello che si è abbattuto sul Tribunale penale cantonale (TPC). L’ultima tessera l’ha piazzata il Consiglio di Stato, affidando all’avvocata penalista Maria Galliani l’incarico di far luce su un possibile caso di mobbing dentro gli uffici del Palazzo di Giustizia a Lugano. Una segretaria del Tribunale sostiene di essere stata maltrattata sul posto di lavoro da una collega, un’altra segretaria. Il caso è giunto alla Sezione del personale del Cantone che ha fatto partire una segnalazione al Consiglio della Magistratura (CdM). Esposto che tira in ballo, anche se la ragione non è chiara, lo stesso presidente del TPC Mauro Ermani.
Sul tavolo dell’organo di disciplina e sorveglianza sui magistrati sono giunte in momenti ravvicinati anche le segnalazioni nei confronti dei giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti (firmate dai colleghi di più lungo corso, lo stesso Ermani, Marco Villa e Amos Pagnamenta), anche se il CdM negli scorsi giorni ha tenuto a puntualizzare che le diverse segnalazioni “non sono reciproche e nemmeno l’una conseguenza dell’altra”.
Ma a sollevare perplessità, in queste ore, è soprattutto l’incarico assegnato a Maria Galliani. Critiche sono giunte da avvocati e giornalisti, ma anche dalla politica. Con un’interpellanza urgente l’UDC ha chiesto al Governo di fare marcia indietro. Non sarebbe corretto - secondo il deputato Tuto Rossi - incaricare un’avvocata penalista attiva - che frequenta spesso le aule di giustizia in rappresentanza dei suoi clienti - per indagare su quanto accade all’interno del Tribunale. Lo stesso Tribunale che poi giudica i clienti che questo avvocato difende. Secondo Rossi servirebbe un “contorsionista” per riuscire a fare un’inchiesta sul funzionamento del settore amministrativo del Tribunale penale senza toccare “le questioni che riguardano i giudici”.
Contattata dalla RSI, l’avvocata Galliani, già procuratrice generale aggiunta, ha preferito astenersi da qualsiasi commento. Bocche cucite anche da parte del Consiglio di Stato, cui avremmo voluto chiedere perché sia stata scelta una penalista e non, per esempio, un esperto di diritto del lavoro. Stando a nostre informazioni, la nomina del Governo sarebbe comunque stata unanime.
Lo stesso Damiano Stefani, presidente del CdM, che dovrà far luce sulle segnalazioni nei confronti di Quadri e Chiocchetti, da noi interpellato sull’incarico a Galliani osserva che “in altri cantoni viene demandato a qualcuno di fuori cantone. Ci sono vantaggi e svantaggi per entrambe le soluzioni”. E sulla prescelta, nota che “è un’ottima professionista. Avrà fatto le sue valutazioni. Non credo che questo possa compromettere l’inchiesta che le è stata affidata, rispettivamente la sua posizione nei confronti del Tribunale e la sua attività quale avvocato. È una valutazione fatta da chi l’ha nominata e noi non ci siamo mai espressi in merito”.
La scelta, ribadisce Stefani, in ogni caso spetta al Governo. Che non farà marcia indietro.
Il Governo affida a Galliani le indagini sul Tribunale penale
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