Ticino e Grigioni

La “stecca” del LongLake sul cachet fisso a 400 franchi

Il bando per musicisti, che non precisa se la retribuzione è per gruppi o singoli, ha fatto insorgere gli artisti: “Evidenzia come la nostra professione non venga presa sul serio”

  • 29 marzo, 18:25
  • 29 marzo, 19:36
Uno dei momenti più attesi dell'estate: il LongLake di Lugano.jpg
Di: SEIDISERA/Kavakcioglu/Spi 

Anche gli organizzatori steccano, non solo i suonatori e i cantanti. Ha sollevato parecchie critiche nell’ambiente il bando che il LongLake di Lugano apre, da alcuni anni, per attirare i musicisti svizzeri. Stavolta però c’è una differenza, viene specificato il cachet: 400 franchi più hotel e catering per gli artisti provenienti da fuori Ticino e la stessa cifra, più il catering, per i residenti.

Tutto bene? Affatto, spiega a SEIDISERA Zeno Gabaglio, musicista e presidente della sottocommissione cantonale Musica. “Il bando per i candidati non era chiarissimo perché non era chiaro se quella cifra era da intendersi per singola persona o per gruppo. Ma, da quello che sembra, la cifra fissa era un invito ai gruppi. Questo avrebbe significato delle paghe molto al di sotto dei limiti non tanto della scena musicale, ma dei limiti di legge”. Un fatto, continua il nostro interlocutore, “estremamente grave da parte di un’istituzione, che peraltro vuol far del bene. Probabilmente c’è stato un errore, ma un errore che evidenzia ancora una volta come la professione musicale non venga presa sul serio”.

Da parte loro, gli organizzatori si dicono rammaricati: “Ci dispiace tantissimo per questi che noi riteniamo dei fraintendimenti - dice ai microfoni della RSI Claudio Chiapparino, direttore della Divisione Eventi e Congressi della Città di Lugano -. Ci siamo resi conto di una comunicazione probabilmente lacunosa su quello che è il target di questo bando. Un target, che prende le origini da Palco ai giovani, per cui è molto orientato a chi è alla prima esperienza. Evidentemente è molto diverso dal tipo di ingaggio che facciamo per i contratti ordinari”.

Se il bando è destinato ai musicisti emergenti, il cachet rientrerebbe in questo spirito. “Di sicuro fa parte della gavetta. Ma il bando di concorso chiede comunque un minimo di esperienza alle spalle. Come l’aver pubblicato un certo numero di brani sul portale Mx3. Quindi non è proprio rivolto a chi comincia da zero”, obietta Gabaglio.

A spiegare i motivi della scelta, quest’anno, di precisare la retribuzione è ancora Chiapparino: “Lo abbiamo esplicitato per trasparenza, ma anche per delicatezza. Infatti Swiss Made è un marchio che noi applichiamo sia agli artisti affermati, sia su questi piccoli palchi collaterali dove suonano i giovani emergenti. Il professionista che vede questi 400 franchi naturalmente sa benissimo che questa non è una cifra da professionisti. Se c’è un modo migliore, chiaramente siamo disponibili a discuterlo. Se a livello di forma si poteva comunicare meglio, ci scusiamo, d’altra parte, a livello di sostanza, vorremmo capire se questa opportunità va affrontata in un altro modo”.

Insomma, una stecca comunicativa che però rilancia il dibattito sulla condizione dei musicisti in Svizzera.

SEIDISERA del 29.03.25                

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