Venticinque anni fa nasceva la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana: la SUPSI. Un istituto che oggi mira a essere sempre più sostenibile, anche sul fronte didattico.
Un obiettivo che la scuola universitaria potrà raggiungere anche basandosi su un rapporto di sostenibilità, realizzato da un gruppo interno interdisciplinare che si basa sul triennio 2019/21. "Questo rapporto è un punto di partenza: è il tentativo di inquadrare lo stato attuale di come ci poniamo rispetto alle tematiche più ampie della sostenibilità" spiega ai microfoni della RSI Francesca Cellina, ricercatrice senior del Dipartimento ambiente e costruzioni design. "Siamo già attenti sul piano del risparmio energetico". E a breve partirà la realizzazione di un impianto fotovoltaico per il campus di Viganello.
Ma non si tratta soltanto di porsi come istituto sostenibile. È infatti certo che la sostenibilità farà sempre più parte del sistema didattico. "In futuro vorremmo riuscire a integrare i temi della sostenibilità in tutti i corsi che offriamo, ci piacerebbe insegnare la nuova forma mentis ai nostri studenti" afferma ancora Cellina.
Il nuovo anno accademico
Lunedì l'anno accademico della SUPSI (il venticinquesimo, come detto) partirà per oltre 5'500 studenti iscritti a 29 corsi bachelor e 17 master. Tra le novità si conta la creazione di tre nuovi istituti: microbiologia, design e quello dedicato alle tecnologie digitali per cure sanitarie personalizzate.