Per qualcuno è molto più di una semplice capanna. L'Adula, con i suoi 52 posti letto, dal 1923 funge da base per gli alpinisti diretti verso la cima della montagna più alta della Svizzera italiana. Un traguardo non da poco, è però anche quello dei cent'anni, festeggiati sabato dal rifugio alpino più longevo del Ticino.
"I miei ricordi legati alla capanna vanno molto indietro nel tempo. È stato qui che ho fatto la prima uscita importante. L'Adula noi l'avevamo nel cuore", racconta alla RSI una emozionata Fernanda Loos, ex presidente UTOE Bellinzona. Arrivare fin quassù resta un'esperienza ancora oggi importante.
"Come società abbiamo raggiunto i 104 anni di vita e anche le nostre capanna seguono nella scia" dice Giorgio Riberi, attuale presidente UTOE Bellinzona, che rivolge un ricordo ai personaggi che hanno fatto vivere per un secolo il nido d'alta quota.
Alloggiare in capanna è anche un’esperienza di condivisione, una forma di turismo sulla quale punta anche l’ente turistico regionale con un progetto tutto nuovo. "La Via Alta Crio che verrà inagurata prossimamente è la messa in rete di sette capanne, con due rifugi e un bivacco che verrà costruito ex novo", ricorda Juri Clericetti, direttore OTR Bellinzonese e Alto Ticino.
Gestire una capanna a 2'400 metri non è esattamente un gioco da ragazzi. "Le esigenze sono un po' aumentate, seguendo di pari passo l'evoluzione della nostra società che cerca più comfort. Con l'idea però di rimanere molto semplici nella nostra offerta genuina e locale", conferma il guardiano Ciril Noto.
Offerta semplice, non significa però spese basse. La capanna ha affrontato negli anni ristrutturazioni e ampliamenti. Ancora il presidente UTOE Bellinzona, Riberi: "Il cliente desidera avere il meglio. Noi cerchiamo ogni anno di migliorare la situazione ma abbiamo dei costi elevati. Per una società come la nostra, senza scopo di lucro, abbiamo talvolta delle difficoltà". La stagione è però ancora lunga, e il traguardo odierno rende ottimisti.