La pandemia di coronavirus ha contribuito ad alzare il velo sulla povertà in Svizzera e messo in luce con quanta rapidità ci si possa trovare in difficoltà finanziarie. Se prima dell'emergenza si contavano 660’000 persone sotto la soglia dell'indigenza - sono dati del 2018 forniti dall'Ufficio federale di statistica - oggi un altro mezzo milione è a rischio. Una situazione che diverse organizzazioni e associazioni che operano sul campo hanno potuto constatare anche in Ticino.
"Essendo già comunque un cantone precario con tante famiglie in difficoltà, l’arrivo della pandemia ha portato nuove fasce di popolazione, che prima potevano vivere con i propri redditi, alla povertà”, rivela Manuela Nünlist, direttrice dell'antenna ticinese di Soccorso d'inverno. Solo durante l'ultimo anno l'associazione ha elargito 860’000 franchi di aiuti a sostegno di persone e famiglie, oltre che buoni pasto, pacchi vestiti e altri beni di prima necessità.
Anche Caritas ha tastato il polso alla situazione ticinese e sono emersi anche altri tipi di povertà che forse gli ammortizzatori sociali presenti nel Cantone non riescono ad attutire. “C'è una povertà legata alla solitudine che è emersa evidentemente in maniera più massiccia”, afferma Dante Balbo.