Alla centrale comune d'allarme di Bellinzona è tutto pronto per monitorare e coordinare le forze dell'ordine dispiegate in occasione della conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina, prevista a Lugano lunedì e martedì. Oggi, sabato, durante un incontro con la stampa, sono stati date alcune informazioni sul dispositivo di controllo, ma senza troppo svelare in merito al numero effettivo di forze della polizia cantonale, comunale e – in parte minore – di quella federale.
La sala più importante, qui, è il centro operativo tattico, chiamato TOC, dove una ventina di persone coordinano il tutto. “L’obiettivo è avere i responsabili delle varie cellule in un luogo dove è possibile coordinare tutta l’attività – spiega Lorenzo Hutter, sostituto comandante della polizia cantonale ticinese –. Il concetto di stato maggiore è questo: avere un posto per coordinare le attività che si svolgono all’esterno”.
Si tratta di un'organizzazione alquanto particolare e per la quale la polizia cantonale ed esercito possono prendere ispirazione da eventi passati come il WEF a Davos oppure l'inaugurazione del tunnel ferroviario del Gottardo nel 2016.
La conferenza ha destato qualche malumore e si prevede quindi di monitorare anche le proteste. “Le autorizzazioni soggiacciono alle autorità comunali – spiega Renato Pizolli, portavoce della polizia cantonale –, evidentemente lo stato maggiore valuta l’impatto che possono avere sullo svolgimento delle attività e pone laddove necessario dei rimedi. Il diritto all’espressione delle proprie idee non viene assolutamente minato, ma è chiaro che tutto si deve conciliare con un un’organizzazione che è abbastanza complicata”.
Presente anche l’esercito
In questa operazione ci sono anche le forze militari, per ora sono un migliaio i militi dispiegati. Il divisionario Lucas Caduff gestisce le operazioni; ai microfoni della RSI spiega: “Le minacce riguardano eventuali disturbi, atti di sabotaggio, disturbi sul terreno ma anche via internet”.
È da ottobre che il dispositivo è stato programmato. Oggi è parzialmente operativo, da domani, quando arriverà il primo ministro e la delegazione ucraina lo sarà completamente.
Contrari in piazza a Bellinzona
Una trentina di persone hanno partecipato questo pomeriggio, a Bellinzona, a una manifestazione contro la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina. Una manifestazione promossa dal Partito comunista, dal Partito operaio popolare e dal Movimento per la pace. “Ci opponiamo alla conferenza per due motivi – spiega Edoardo Cappelletti, del Partito Comunista -, il primo è che la pace non si può raggiungere portando al tavolo delle trattative una sola parte, escludendo la Russia, e la seconda è che invitando istituzioni come il fondo monetario internazionale e la banca mondiale, questa presunta ricostruzione potrà avvenire solo a scapito della classe popolare e solo a favore delle multinazionali”. Avere anche la Russia al tavolo delle trattative, aggiunge Cappelletti, “sarebbe stato un obiettivo al quale la Confederazione avrebbe dovuto ambire”.
SEIDISERA del 02.07.2022: il servizio di Agata Galfetti
RSI Info 02.07.2022, 20:11