Ticino e Grigioni

La solidarietà è anche a quattro zampe

Una settimana lungo il confine ucraino per salvare una decina di cani - Elena Beltrami: "Al canile di Berdiansk sono rinchiusi senza cibo né acqua"

  • 22 marzo 2022, 13:38
  • 20 novembre, 18:26
Sono stati salvati anche due cuccioli

Sono stati salvati anche due cuccioli

Di: Gis 

Sono oltre 3 milione le persone che hanno lasciato l'Ucraina a causa del conflitto e secondo alcune stime delle Nazioni Unite i profughi potrebbero salire fino a 15 milioni. Anche la Svizzera dovrà gestire il più grande afflusso di profughi da decenni e il numero di persone che cercherà protezione nella Confederazione è destinato a salire ben oltre le previsioni iniziati.

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Profughi, reportage da Leopoli

Telegiornale 21.03.2022, 21:00

Oltre a generare un dramma umanitario, il conflitto si ripercuote anche sugli animali domestici in Ucraina. Per questo, molte organizzazioni si stanno adoperando per aiutare gli animali rimasti nel paese devastato dalla guerra. Anche in Ticino c'è chi si è mobilitato, come Elena Beltrami, presidente dell'Associazione AnimaLeale Ticino. "Dal momento in cui abbiamo trovato un corridoio sicuro, nel senso che eravamo sicuri che quello che raccoglievamo sarebbe davvero arrivato a destinazione, abbiamo aperto un punto di raccolta a Comano e grazie all'aiuto di molte persone abbiamo raccolto beni di prima necessità da inviare ai canili", spiega alla RSI.

I volontari sono rimasti una settimana sul confine ucraino per consegnare il materiale raccolto

I volontari sono rimasti una settimana sul confine ucraino per consegnare il materiale raccolto

L'associazione ticinese, ha collaborato con due organizzazioni italiane,
Ciotole piene, pance felici e
Una zampa sul cuore. "La situazione in Ucraina e sul confine cambia ogni giorno, l’idea iniziale era di andare a Leopoli dove c’erano 90 cani che dovevano essere portati via, ma quando i volontari sono arrivati avevano iniziato ad attaccare nelle zone vicine, quindi quella via si è bruciata”, racconta Beltrami.

Dopo un paio di giorni, il gruppo è riuscito però a consegnare il materiale a Varsavia, in Polonia, in un rifugio dove arrivavano gli animali provenienti dall'Ucraina. I volontari sono rimasti una settimana lungo il confine: "È stato fatto un appello per dire che c’erano a disposizione trasporto e stalli per portare gli animali al sicuro, non si sapeva chi avrebbe risposto". A rispondere è stato un volontario ucraino che aveva con se una decina di cani provenienti da Kiev.

Ora i cani sono arrivati in Italia, in una struttura autorizzata in provincia di Treviso. "L'Ucraina è sulla lista nera degli animali con la rabbia. La procedura da seguire è quindi severa: vengono tenuti in quarantena, viene fatto un test antigenico e se non presentano la malattia, vengono vaccinati - spiega ancora Beltrami -. All’inizio siamo partiti tutti con le buone intenzioni: 'andiamo in Ucraina, prendiamo gli animali e li facciamo adottare in Ticino', ma seguendo le leggi svizzere abbiamo capito che non era così facile, in Italia sono meno restrittivi".

In Svizzera infatti l'isolamento per i cani provenienti da un paese sulla lista nera dura almeno quattro mesi, poi si deve inoltrare una richiesta ufficiale per il permesso definitivo. "In tanti ci hanno scritto per adottare qui in Ticino un cane proveniente dall’Ucraina: tra virgolette lo sconsigliamo, è molto più semplice adottare un cane proveniente dall’Italia, in modo che si liberino dei posti nei rifugi per i cani ucraini che devono fare una quarantena lunga".

Nuove regole alle dogane

Il flusso di animali che sta uscendo dall'Ucraina viene sempre più monitorato alle frontiere. Tutte le dogane si stanno infatti omologando, come quelle sul confine con la Slovacchia che hanno creato un formulario da compilare per i profughi e i volontari accompagnati da animali. "In dogana una signora ucraina si ritrovata a vivere in macchina per 10 giorni con 45 gatti in tre trasportini", racconta la presidente dei AnimaLeale.

Il canile di Berdiansk

Con l'aumento delle ostilità da parte dei russi, sono molti i canili e i rifugi per animali che hanno dovuto chiudere. Nel canile di Berdiansk, una città portuale a sud dell'Ucraina "450 cani sono chiusi dentro senza cibo né acqua, ma non c'è alcun corridoio per accedere - conclude Beltrami - Avremmo voluto arrivare lì, ma non è stato possibile".

“I cani erano terrorizzati, un'esperienza che avrà un impatto sul loro futuro”

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