Il colpo della vita; una truffa plurimilionaria ai danni delle assicurazioni. È quella tentata da un faccendiere italiano attraverso la creazione di una società nel Mendrisiotto, specializzata (formalmente) in programmi e modelli matematici per la gestione patrimoniale.
Il 50enne figurava come direttore, con uno stipendio annuo da centinaia di migliaia di franchi. Guadagno che pensò bene di assicurare due volte (con altrettante compagnie) in caso di malattia. Una polizza (da 400'000 franchi all’anno) riguardava lui; l’altra (da 200'000) la ditta. A solo un mese dalla sua apertura ecco spuntare una presunta depressione. La prima assicurazione cominciò a versargli i soldi. Poi, al pari dell’altra, si rifiutò di farlo.
Lui avviò allora una causa civile nei confronti di entrambe, e chiese anche di ottenere – senza successo – la rendita d’invalidità. Pessima idea. La domanda di AI venne respinta, e gli assicuratori sguinzagliarono i loro detective. Prove alla mano, nel 2015 è scattata così la denuncia penale.
L’uomo, che nel frattempo ha restituito il maltolto e ha rinunciato al permesso C, è stato ora rinviato a giudizio. Il processo si terrà alle Assise Correzionali, con la formula del rito abbreviato. Il reato è quello di truffa per mestiere. Due anni di carcere sospesi la pena che verrà sottoposta alla Corte.
Francesco Lepori
Maxi-truffa alle assicurazioni
Il Quotidiano 08.04.2018, 21:00