Per diversi automobilisti il weekend di Pentecoste è stata un’occasione per allenare la propria pazienza. Sabato le code al portale nord del Gottardo hanno raggiunto i 22 chilometri, ma attese ci sono state anche nei giorni precedenti e poi ieri, domenica, al rientro dalle vacanze.
Uno scenario simile si è visto solo qualche settimana fa, durante il ponte dell’Ascensione: il fortissimo flusso di rientri ha bloccato anche l’A13 del San Bernardino. In futuro, ci dice Mario Boldini di ViaSuisse, sebbene le colonne non dovrebbero diventare più lunghe, ci aspettano diversi giorni con lunghe attese.
Questo è quello che abbiamo osservato negli ultimi tre anni. Se ad esempio prima il sabato era il giorno di spostamento in direzione sud, ora la serpentina di veicoli inizia a formarsi già il venerdì. Anche le cosiddette “partenze intelligenti”, prima o dopo i momenti di forte traffico, sono messe a dura prova.
Nonostante le persone sanno che devono affrontare lunghe colonne, partono comunque altrove: “È un retaggio del passato, siamo stati abituati a lavorare in un certo modo, in alcuni giorni della settimana, e siamo stati abituati ad andare in vacanza in certi periodi dell’anno, per molte persone questa è ancora una necessità”, spiega Claudio Visentin, docente di turismo all’USI.
Le ragioni per cui “si va verso sud” sono diverse, continua il professore: “In primo luogo si esce dall’inverno e quindi c’è il richiamo del sole e delle temperature più miti. Il nostro immaginario turistico è orientato in quella direzione”.
Ad attirare il turismo in Ticino e oltre confine è anche una “questione di prezzi”, la vita è meno cara e “lo è molto meno una volta arrivati in l’Italia”.
A non aiutare il turismo di massa è anche “una certa mancanza di immaginazione - conclude Visentin - Oggi nel mondo un numero molto limitato di destinazioni attira tutta l’attenzione dei turisti. In realtà ci sono molte possibilità più interessanti, di un turismo più lento e vicino, che potrebbero essere sfruttate molto di più”.