"Non si può fare quello che si vuole". Così la presidente di Ticinomoda Marina Masoni martedì - in occasione dell'assemblea annuale dell'associazione di categoria - commentando il cosiddetto "caso Philipp Plein", la polemica innescata dallo stilista bavarese per un controllo dell'ispettorato del lavoro avvenuto intorno alle 23 del 27 marzo negli uffici luganesi della sua azienda mentre, scriveva Plein “stavo mangiando una pizza in ufficio, con sei designer e quattro fornitori italiani”.
"Noi non sappiamo, e non tocca a noi accertare quello che è successo nella sede di Lugano dell'azienda, però le dichiarazioni fatte dall'interessato evidentemente non possiamo condividerle, perché tutti sappiamo che le leggi vanno rispettate anche se non ci piacciono. E la capacità imprenditoriale è anche quella di ritagliarsi la flessibilità necessaria nell'ambito e non al di fuori della legislazione esistente".
Masoni ha precisato che lo stilista tedesco non è mai stato membro di Ticinomoda e ha ricordato che sono ben due i contratti collettivi settoriali e che le regole del gioco vanno rispettate.
CSI/Amanda Pfaendler/M. Ang.
TicinoModa si distanzia da Philippe Plein
Il Quotidiano 22.05.2018, 19:00
CSI 18.00 del 22.05.18 Il servizio di Amanda Pfaendler
RSI Info 22.05.2018, 20:00
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