Prosegue l'attività di rilancio del Macello Ticino a Cresciano, lasciati alle spalle i tempi bui degli scorsi anni, con la chiusura temporanea e la moratoria nel 2012. L'anno scorso, nella struttura sono stati macellati circa 5’000 capi, il 6% in meno rispetto al 2015, ma dal punto di vista contabile il bilancio ha comunque chiuso in positivo.
La problematica principale, come ha detto mercoledì il presidente uscente Paolo Barberis, resta il debito bancario. Gli interessi, infatti, ammontano a 100'000 franchi l'anno; 63'000 dei quali arrivano dai Comuni. La Città di Lugano da sola copre circa 40’000 franchi.
Nel 2018, però, scadrà il piano quinquennale di accordo con i Comuni e si aprirà una sfida importante per il nuovo CdA, nominato proprio mercoledì, e che vedrà alla presidenza Manfredo Forni.
Oltre al risanamento definitivo, gli obiettivi sono ottenere un aumento delle macellazioni, perché ad oggi il 40% dei bovini ticinesi viene ancora macellato oltre Gottardo, e una sala di lavorazione, che permetterebbe di realizzare una vera e propria filiera, dalla macellazione alla vendita all'ingrosso.
QUOT/ Red. MM