Il nome di Micheal Meier è balzato agli onori della cronaca ieri, martedì. È infatti stato lo svizzero di Basilea, che da anni vive in Ticino, a rendersi conto che l'uso dei forchettoni per bloccare i freni di emergenza sulla funivia del Mottarone sarebbe stato un espediente a cui i gestori dell'impianto sono ricorsi anche in passato, anche con passeggeri a bordo.
A testimoniarlo ci sono i suoi filmati, consegnati alla Procura di Verbania, girati sul Mottarone tra il 2014 e il 2018: già nelle prime immagini è chiaro che l'utilizzo di ganci anti-bloccaggio - il cui utilizzo è vietato in Svizzera - era una pratica in uso. Una scoperta che ha scioccato lo stesso appassionato quando ha letto della tragedia che è costata la vita a 14 persone: "Ho riguardato il mio archivio e ho visto che i ganci c'erano anche nel 2014". Meier dice di non averli mai visti da nessun'altra parte nel mondo.
Le immagini (che trovate in testa all'articolo) mostrano chiaramente come i primi ganci sono di colore grigio e quelli successivi rossi, così come sono identificabili le persone a bordo della cabina. Ma non solo: i forchettoni inseriti sono presenti anche su una foto pubblicitaria scattata recentemente,come si può trovare con una semplice ricerca online. Qui i passeggeri indossano già le mascherine.
Intanto altre notizie arrivano da Verbania: l'impiego massiccio dei "forchettoni" potrebbe avere scaricato una tensione eccessiva sulla fune e, quindi, la rottura all'altezza dell'attacco del carrello. È una delle ipotesi al vaglio dei consulenti della Procura di Verbania. Lunedì è prevista una seconda ispezione, mentre proseguono le audizioni dei dipendenti della funivia. Attesi nell'inchiesta nuovi indagati.