La vendemmia è in pieno svolgimento in molti vigneti ticinesi, dopo un’estate calda e siccitosa che ha colpito tutto il Cantone e in modo particolarmente duro il Mendrisiotto. Qui, si sono recate le telecamere de Il Quotidiano, per cercare di capire come si presenta l’uva raccolta e raccogliere gli umori di chi sta vendemmiando.
Caldo e siccità hanno lasciato il segno, ma molto dipende dalla qualità della vigna: “Le piante giovani è ingenerale quelle con radici poco profonde hanno sofferto di più”, spiega Claudio Widmer, viticoltore e enologo.
I conti si fanno a vendemmia terminata, ma alla cantina Fawino a Salorino, per esempio, l’assenza cronica di precipitazioni si stima abbia causato una diminuzione del 20% sul bianco e del 10% sul rosso.
“Gli anni scorsi non abbiamo mai dovuto portare acqua, se non alle giovani piante – continua Widmer – ma quest’anno siamo stati confrontati con una situazione inedita. La nostra reazione è stata tardiva: c’erano piante che necessitavano acqua e noi non eravamo pronti a portarla; penso che in futuro ci faremo trovare pronti ma speriamo che una situazione così eccezionale non si ripresenti.
"Alcune piante non sopravviveranno"
La situazione, tuttavia, cambia da vigna a vigna, da viticoltore a viticoltore. A Pedrinate, presso uno dei vigneti di Pierluigi Jelmini il calo è infatti del 30%, in altri vigneti invece i danni sono minori. “Abbiamo irrigato ma la pianta non ne ha giovato – spiega –, durante la canicola le foglie erano sempre accartocciate”. Dopo le ultime precipitazioni, aggiunge, c’è stato qualche miglioramento “ma ormai l’uva si era già formata”.
Nonostante le condizioni avverse, nel vigneto visitato dalla RSI “le piante dovrebbero sopravvivere tutte”, spiega Pierluigi Jelmini, “ma ho un altro vigneto a Pedrinate dove penso che le giovani piante non si salveranno: sono secche”. A rassicurarlo è però la qualità dell’uva raccolta finora, definita “eccellente”.