Ticino e Grigioni

Mesolcina: “Eravamo a tavola, poi la fuga con le bimbe”

La testimonianza di chi è riuscito a salvarsi, a poca distanza da un muro d’acqua e detriti alto sei metri

  • 22 giugno, 21:21
  • 22 giugno, 23:05
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La testimonianza di uno sfollato

Telegiornale 22.06.2024, 20:00

Di: TG/sdr 

La furia dell’acqua, la scorsa notte, ha costretto molte persone della Mesolcina ad abbandonare le proprie case in tutta fretta per motivi di sicurezza. Un padre di famiglia, sfollato con tutti i suoi familiari dalla frazione di Arabella, ha raccontato quegli attimi di paura alla RSI.

“Tutto è cominciato dopo le 19.00 circa; stavamo tranquillamente mangiando a tavola, in casa, dopodiché mia figlia di cinque anni mi ha praticamente avvertito. Mi ha detto: “papà, piove molto”, riferisce Valerio. Una rapida occhiata fuori dalla finestra ha permesso a Valerio di vedere il ruscello che scorre a trenta metri da casa trasformarsi, in poche decine di minuti, in un fiume in piena che la briglia a monte non riusciva a frenare.  “Ha iniziato a portar giù materiale con sassi, terra, fango, piante, alberi addirittura - prosegue Valerio - poi questa briglia si è completamente riempita, sostanzialmente si è creata una diga e un muro d’acqua che scaricava moltissima acqua, alto circa sei metri”.

E’ arrivata la decisione di lasciare subito la casa e mettersi in salvo con la moglie e le due figlie piccole, prima con l’auto privata e poi grazie ai soccorsi dall’OIM e dalla REGA. Come altri sfollati ha trovato rifugio dapprima al centro di Roveredo, poi ospite da conoscenti. “I bambini si sono spaventati, racconta ancora, mia moglie anche”, dice ricordando quegli attimi di paura. Stessi sentimenti li hanno provati amici e conoscenti della zona. “La comunità - conclude il testimone - sta vivendo la situazione in maniera drammatica, perché l’autostrada come la conoscevamo prima adesso non esiste più, molte strade cantonali sembra che non siano mai esistite vedendo le foto. In generale chiaramente c’è anche una forte tristezza per tutte quelle persone che hanno perso la casa o addirittura per quei dispersi che, ad oggi, non sono ancora stati trovati”.

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