Ticino e Grigioni

Moda circolare, una borsa piena di vestiti per evitare gli sprechi

Due progetti da poco attivi in Ticino: il Clothing Loop e lo swap. Il concetto è semplice: ci si scambia i vestiti e si riduce l’impatto ambientale

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Moda circolare: scambiarsi i vestiti per ridurre l’impatto sull’ambiente, ecco due progetti ticinesi

RSI Info 18.03.2025, 10:45

Di:  Debora Caccaviello e Julie Kühner 

Si risparmia, si contribuisce alla sostenibilità e ci si diverte. Un circolo virtuoso promosso da GreenUp con un’iniziativa che chiunque può replicare: si crea un gruppo di interessati, si fa girare di casa in casa una borsa in cui lasciare abiti da dar via e da cui scegliere i pezzi che incontrano i propri gusti. Il progetto si chiama Clothing Loop e ci apre una finestra sulla moda circolare.

Nella Svizzera italiana il tema coinvolge una comunità sempre più ampia che sta scoprendo il piacere di indossare abiti di seconda mano facendo scelte più consapevoli. Capi da scambiare gratuitamente in uno dei numerosi eventi di swap promossi da Fashion Revolution e GreenUp o da scovare ai Bazaar al lago, mercatini di seconda mano che da alcuni anni registrano un grande successo, creando un terreno fertile per questo movimento di slow fashion.

La moda insostenibile

Secondo l’ONU l’industria della moda è uno dei settori più inquinanti al mondo ed è pure tra i meno sostenibili. L’iper produzione di abbigliamento provoca circa il 20% dell’inquinamento globale dell’acqua potabile. L’Agenzia europea dell’ambiente ha calcolato che con i suoi aquisti di prodotti tessili ogni persona genera circa 270 kg di emissioni di CO2. Abiti che poi stancano velocemente i consumatori di fast fashion. Secondo i dati forniti da Greenpeace “ogni secondo, nel mondo, un camion di indumenti viene bruciato o mandato in discarica”. In Svizzera in un anno si gettano 6,3 kg di abiti pro capite, riporta Fashion Revolution. Tornando alla filiera del tessile, la metà degli abiti prodotti viene cestinata e solamente lo 0,5% dei tessuti viene riciclato perché gli abiti sono composti da tessili misti difficilmente separabili e riutilizzabili. In questo senso, l’Unione Europea sta attuando una strategia. Questi sono solo alcuni dei tanti dati raccolti ed elaborati finora, ma possono già fornire un quadro dell’impatto ambientale causato dalla moda.

Discarica di vestiti

Discarica di vestiti

  • iStock

La “slow fashion” come risposta alla “fast fashion”

Prendendo le mosse dall’economia circolare, la moda circolare si prefigge di non distruggere gli abiti non più desiderati, ma di continuare a farli girare d’armadio in armadio senza generare sprechi di risorse. Pensiamo che il 40% dei nostri vestiti rimane fermo e inutilizzato nel nostro guardaroba. Per noi, un ingombro; per l’ambiente, risorse stoccate che potrebbero ritrovare il loro valore se rimesse in circolo, un circolo virtuoso che potrebbe pure frenare la smania di consumare costantemente e rapidamente capi di fast fashion.

Gira la moda

A tutti piace rinfrescare il guardaroba, sperimentare nuovi stili e indossare qualcosa di inedito. E in questa nostra esplorazione delle diverse iniziative presenti in Ticino in ambito di moda circolare, a questo proposito abbiamo raccolto un coro unanime da parte delle partecipanti: il piacere che dà lo shopping tradizionale può essere appagato anche quando il capo “nuovo” lo si trova in una borsa del Clothing Loop, in un negozio di seconda mano o a un ludico evento di swap. Con notevoli benefici anche per il portafoglio. Le diverse associazioni impegnate in questo ambito propongono così di imparare ad adottare abitudini diverse per sentirsi alla moda, ma in modo consapevole: scegliere capi che dureranno nel tempo, prendersene cura, ripararli o adattarli e poi rimettere in circolo ciò che non ci va più.

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Moda circolare

Il Quotidiano 23.03.2025, 19:00

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