Due portali ticinesi sono finiti nel mirino del Ministero pubblico per aver pubblicato, giovedì, nome e foto della 22enne rinvenuta senza vita martedì mattina in un hotel di Muralto. Le autorità annunciano che nei prossimi giorni ci saranno i primi interrogatori e precisano che è stato aperto un procedimento penale per il reato di "Pubblicazione di deliberazioni ufficiali segrete". Anche dopo l'apertura del procedimento, i portali non hanno tolto le informazioni dai propri siti. Una decisione che potrebbe aggravare la loro posizione.
Le prime pagine dei siti hanno riportato nelle titolazioni le generalità e l'immagine della ragazza, mentre gli articoli contenevano altri suoi scatti, in alcuni casi insieme al 29enne compagno di stanza (anche se il viso di quest'ultimo era stato camuffato). Il tutto condiviso sui profili social delle testate, scatenando l'indignazione degli utenti.
"Il codice penale prevede la proibizione della pubblicazione di informazioni segrete, in questo caso informazioni legate all'inchiesta", ha spiegato Bertil Cottier, professore dell'USI ed esperto in diritto della comunicazione, ai microfoni della RSI (ascolta l'audio in allegato). "Libertà di stampa nel lasciare gli articoli? Bisogna bilanciare l'interesse del pubblico, la protezione della vittima e la protezione dell'inchiesta stessa".
I tre giornalisti coinvolti in passato in un caso simile in Ticino (anche all'epoca furono interessate due differenti testate), erano stati condannati a 500 franchi di multa ciascuno.