Ticino e Grigioni

Nell’era digitale la scrittura cambia, ma non scompare

Claudio Marazzini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, spiega perché la lingua italiana non deve temere la tecnologia

  • 16.12.2023, 06:53
  • 16.12.2023, 06:53
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La rete a volte sostituisce le case editrici

  • Keystone
Di: SEIDISERA/R.Lara/RSI Info 

Quanto e come si scrive nell’era digitale? Per ragionare sul tema, negli scorsi giorni la Fondazione Möbius per lo sviluppo della cultura digitale ha promosso un laboratorio che ha coinvolto una classe di 4° del Liceo di Lugano 1. Come ospite c’era il professor Claudio Marazzini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, col quale gli studenti hanno parlato di messaggi istantanei, di quelli vocali, fino ad arrivare a Chat GPT.

Riguardo a quest’ultima Marazzini afferma che si tratta di uno “sbocco naturale”. L’intelligenza artificiale, infatti, “si caratterizza perché scrive bene”. Una caratteristica che secondo lo storico della lingua italiana è positiva, poiché mostra che “chi produce questi programmi è stato attento anche alle lingue diverse dall’inglese”. Inglese che spesso entra nella lingua italiana con gli anglicismi. Secondo Marazzini non c’è da preoccuparsi: “Non è detto che una serie di prestiti, anche eccessiva, metta in crisi una lingua”. E fa notare: “Interrogando Chat GPT, di anglismi non ne sono usciti mai. Quindi ha un filtro molto puristico”.

“La scrittura esisterà sempre”

La scrittura è un atto di creatività, che secondo Marazzini avrà sempre spazio. Quello che potrebbe cambiare, però, “è il modo con cui questa creatività si trasmette al pubblico”. Ovvero, “oggi un autore può farsi strada da sé utilizzando la rete”. Bypassando quindi il classico iter delle case editrici e cambiando così gli equilibri della produzione della cultura. “Le case editrici sono interessate e anche allarmate da questi canali che si sono creati”.

L’era digitale porta con sé anche un gran numero di informazioni. Rischia di diventare tutto più effimero? “Probabilmente sì – risponde Marazzini -. La stessa quantità enorme di dati fa sì che sia difficile individuare e conservare quelli che contano”. Questo non impedisce però di studiarli. “In alcuni centri universitari importanti è nato l’interesse per la filologia informatica. Quindi la cultura accademica si sta anche attrezzando per fare i conti con queste realtà”. Questo è, secondo il linguista, il bello del cambiamento: “La storia mutando ti spiazza sempre, ti costringe a inventare cose nuove”. La scrittura però “esisterà sempre e dovrà sempre fare i conti, come in passato, con lo strumento tecnico sui cui la parola si ferma. Che sia la pergamena, la carta o il pdf”.

07:47

La scrittura nell'era digitale

SEIDISERA 15.12.2023, 18:50

  • Keystone
14:08

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